Referendum sui contratti a termine: causali più rigide e obbligatorie

Referendum sul Jobs Act: nel quesito sui contratti a termine si chiede di limitare le causali e renderle obbligatorie anche per contratti fino a 12 mesi.

Jan 23, 2025 - 09:36
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Referendum sui contratti a termine: causali più rigide e obbligatorie

Uno dei referendum ritenuti ammissibili dalla Corte Costituzionale nei giorni scorsi riguarda i contratti a termine. Il relativo quesito si pone l’obiettivo di ripristinare l’obbligo di causali per questa tipologia di contratti di lavoro. Si tratta di uno dei cinque su cui la Consulta ha dato parere positivo e tra cui rientrano anche due quesiti relativi ai licenziamenti ed uno sulla responsabilità solidale negli incidenti sul lavoro, oltre ad una modifica di legge per allentare i requisiti ai fini dell’ottenimento della cittadinanza italiana.

Il quesito referendario relativo ai contratti a tempo determinato si prefigge di modificare l’attuale disciplina per quanto concerne la previsione di causali, visto che al momento non si prevede nel caso di rapporti di durata fino a 12 mesi, mentre riconosce la possibilità di proroghe, fino a un totale di 24 mesi, determinate da semplici ragioni organizzative dell’azienda. Quest’ultima regola in realtà è temporanea, con l’ultimo decreto Milleproroghe che l’ha appena posticipata fino alla fine del 2025.

Vediamo esattamente com’è formulato il quesito referendario e cosa si propone di modificare.

Cosa prevede  il Jobs Act sui contratti a termine

La norma che regolamenta i contratti a termine è l’articolo 19 del dlgs 81/2015, che fa parte del Jobs Act. La disciplina è stata a più riprese modificata negli ultimi anni, allentando le regole al fine di consentire alle imprese una maggiore flessibilità nell’applicazione di questi contratti. Attualmente la formulazione è la seguente:

al contratto di lavoro subordinato può essere apposto un termine di durata non superiore a 12 mesi. Il contratto può avere una durata superiore, ma comunque non eccedente i 24 mesi, solo in presenza di almeno una delle seguenti condizioni: a) nei casi previsti dai contratti collettivi di cui all’articolo 51; b) in assenza delle previsioni di cui alla lettera a), nei contratti collettivi applicati in azienda, e comunque entro il ((31 dicembre 2025)), per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva individuate dalle parti; b-bis) in sostituzione di altri lavoratori.

Il quesito referendario

Il quesito referendario propone di eliminare una serie di punti, producendo il risultato di rendere obbligatorie le causali anche per contratti a termine di durata inferiore a un anno. Nello specifico, il referendum chiede una modifica al testo dell’articolo 19 del dlgs 81/2015, che in caso di vittoria del sì risulterebbe così riformulato:

al contratto di lavoro subordinato può essere apposto un termine non eccedente i 24 mesi nei casi previsti dai contratti collettivi di cui all’articolo 51 o in sostituzione di altri lavoratori.

Il quesito propone poi variazioni anche ad altre parti dello stesso articolo 19, per armonizzarle con la novità sopra esposta, chiarendo ad esempio che la mancanza della causale in ogni caso comporta l’automatica trasformazione del contratto in un tempo indeterminato.

L’approvazione delle modifiche comporterebbe la necessità di prevedere sempre una causale per stipulare un contratto a termine. Causale che dovrebbe essere ricompresa in una delle due fattispecie elencate, ovvero solo nei casi previsti dai contratti collettivi e solo in sostituzione di altri lavoratori.

Resterebbero invece ferme le regole per cui l’apposizione del termine e la causale sono privi di effetto se non risultano da atto scritto. E continuerebbero anche ad essere previste le eccezioni relative alle attività stagionali, che non necessitano invece di causali per prestazioni di lavoro temporanee.

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