Così la Ue coltivava lobby green con denaro a pioggia per rendere rigoglioso il Green Deal voluto da Timmermans

Bruxelles ammette: «Inopportuno per alcuni servizi della Commissione sottoscrivere accordi che obbligano le ong a fare lobby con i membri del Parlamento europeo»

Jan 23, 2025 - 09:36
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Così la Ue coltivava lobby green con denaro a pioggia per rendere rigoglioso il Green Deal voluto da Timmermans

Proprio nei giorni in cui l’Unione europea è messa nel mirino da Donald Trump ed è più debole che mai vista l’instabilità politica francese e tedesca, con Berlino ormai sotto elezioni, a Bruxelles rischia di scoppiare un nuovo scandalo che potrebbe essere superiore per portata persino a quello delle tangenti qatariote. A far scoppiare il bubbone il principale quotidiano dei Paesi Bassi, il De Telegraaf, secondo cui l’Unione europea avrebbe «finanziato segretamente lobby green per promuovere i piani verdi dell’ex commissario Frans Timmermans».

meta indagine
Ursula von der Leyen

Lobby green, ma sempre lobby

Il Green Deal comunitario figura tra le iniziative maggiormente divisive della prima Commissione von der Leyen dal momento che ha avuto un impatto dirompente sull’industria automobilistica del Vecchio continente, costretta ad abbandonare i motori a scoppio entro il 2035. Una mossa, malignano i detrattori, che ha tagliato le gomme alle principali aziende di Casa nostra (si veda a tal proposito la crisi in cui versano Stellantis e Volkswagen) finendo per favorire i competitor cinesi e Tesla, già indirizzati verso le propulsioni elettriche tanto care a Bruxelles.

Cosa ha scoperto il Telegraaf

Secondo quanto è riuscito a ricostruire la testata dei Paesi Bassi, «Alle organizzazioni sono stati addirittura assegnati obiettivi per risultati concreti di lobbying presso eurodeputati e Paesi membri». «C’erano persino liste redatte dalle lobby green con nomi di tutti i politici che dovevano essere contattati», ha dettagliato al Telegraaf l’eurodeputato olandese del Ppe, Dirk Gotink, membro della commissione Bilancio dell’Eurocamera, confermando successivamente di aver avuto accesso ai documenti riservati visionati dallo stesso quotidiano.

Leggi anche: Il rallentamento della Ue sul Green Deal rappresenta un rischio per gli investimenti?

Un fondo multimiliardario per le lobby green

Le lobby green finanziate con un non meglio specificato «fondo multimiliardario» hanno dovuto anche «rendicontare i risultati», spiega il Telegraaf: il quotidiano fa il caso dell’European Environmental Bureau, l’organizzazione ombrello europea dell’attivismo green, esplicitamente incaricata di fornire almeno 16 esempi di casi in cui il Parlamento europeo ha reso la legislazione verde più ambiziosa grazie alla loro attività lobbistica. «Questa non è una campagna diffamatoria contro il movimento ambientalista. Ovviamente è loro diritto fare lobbying, il problema è l’atteggiamento della Commissione europea. Ora vorrei sapere se questo tipo di attività è avvenuto anche su altri temi come la migrazione», ha sferzato Gotink.

La Ue ammette: «Inopportuno agire così»

La risposta della Ue è arrivata attraverso il commissario al bilancio, Piotr Serafin: «Devo ammettere che è stato inopportuno per alcuni servizi della commissione sottoscrivere degli accordi che obbligano le ong a fare lobby con i membri del Parlamento europeo».

Quindi ha aggiunto: «La commissione sta cooperando con la Corte dei Conti nel suo audit in corso sulla trasparenza del finanziamento fornito alle ong e aspettiamo con impazienza le conclusioni della Corte e le sue raccomandazioni, che ci aspettiamo di ricevere nella prima metà del 2025».

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