Porsche 911 S/T: pronti a vivere il sogno analogico?
La S/T è la Porsche 911 moderna più speciale: che si guidi come una favola già lo sapevate, ma siete davvero sicuri di essere fatti per lei? L'articolo Porsche 911 S/T: pronti a vivere il sogno analogico? proviene da Veloce.
Trovare le parole giuste per raccontare l’esperienza di guida di una Porsche 911 S/T credetemi non è cosa facile. La sensazione per chiunque abbia la benzina che scorre nelle vene è quella di trovarsi al cospetto di qualcosa di più grande, più importante. Facile lamentarsi di quanto le auto di oggi non trasmettano fino in fondo le emozioni, ma quando un’auto è stata letteralmente creata da cima a fondo per sopperire alle “mancanze” delle vetture moderne che cosa dire che non sia banale, scontato?
GLI INGREDIENTI GIUSTI. Scontato, innanzitutto, è il fatto che gli ingegneri del reparto GT di Porsche abbiano selezionato il meglio delle componenti tra 911 GT3, GT3 Touring e GT3 RS. Il risultato? Non ha l’alettone perché non è fatta per la pista, ma ha lo stesso motore della GT3 RS per avere il massimo delle prestazioni oggi disponibili con un flat-six aspirato. I sedili sono a guscio in carbonio, ma i materiali sono pregiati con pelle a profusione a rivestire persino i listelli delle bocchette dell’aria condizionata. Di carbonio, poi, ce n’è a perdita d’occhio, con pannelli della carrozzeria specifici, ma il materiale composito è spesso e volentieri verniciato per non farsi notare troppo. Insomma ritroviamo quel mix di classe e sportività che da sempre contraddistingue la Porsche 911, qui espresso al massimo delle sue potenzialità: lei è la Porsche 911 moderna più speciale di tutte, ma all’occhio meno allenato potrebbe quasi sembrare una noveundici come tutte le altre.
COME LEI NESSUNA. Ma se pensate che la Porsche 911 S/T sia solo e unicamente un collage di altre versioni della Elfer vi sbagliate di grosso, perché per creare la Porsche 911 stradale definitiva si è intervenuto su molti altri aspetti. A partire dal boxer 4.0 aspirato che sulla S/T vanta un volano monomassa alleggerito che gli fa prendere giri con una reattività al pedale del gas che vi lascia senza parole. Per non parlare del cambio manuale a sei marce, che al contrario di GT3 e GT3 Touring non vi farà certo lamentare per i rapporti troppo lunghi: qui sono stati accorciati (e anche di tanto) per giocare con la leva del cambio tra una curva e l’altra come se vi trovaste al volante di una piccola sportiva. I tocchi extra come i cerchi in magnesio contribuiscono, infine, a fermare l’ago della bilancia a soli 1.380 chili rendendo la S/T la 992 più leggera di tutte e contribuendo a regalare quell’esperienza di guida che tanto ci manca delle vetture del passato. Se a questo poi ci aggiungete la mancanza dello start&stop e di qualsivoglia modalità di guida, capite ancora meglio quali fossero gli intenti di chi l’ha creata.
SEI SOLO TE E LEI. E ora veniamo al dunque: se mi venisse chiesto di riassumere in una sola parola proprio l’esperienza di guida di questa Porsche 911 S/T, il primo aggettivo che mi verrebbe in mente è viscerale. Certo come su tutte le auto di oggi servosterzo, servofreno e i mille mila controlli elettronici vi permettono di darle del tu dopo non troppo tempo, ma questo non significa che lei sia “facile” come altre supercar. Andare forte richiede impegno e concentrazione: la leva del cambio dagli innesti precisissimi pretende una certa quantità di forza da parte del vostro braccio destro per passare da una marcia all’altra e lo stesso vale per il pedale della frizione. Partire, specie se con allegria, richiede un po’ di attenzione: con un motore così sensibile agli imput del pedale del gas (proprio per via del volano specifico) il rischio di fare brutte figure e sfrizionare più del dovuto è reale.
TI PARLA. Lo sterzo è una lama, super preciso, ma un pelo più pesante e senza quella iper reattività al centro che fanno sembrare i comandi di molte auto sportive usciti dritti da un videogame. E infatti spulciando nella scheda tecnica scopriamo che la S/T (al contrario di GT3 e GT3 RS) non monta l’asse posteriore sterzante: anche in questo caso l’obiettivo è sempre lo stesso, ovvero non “sporcare” il feeling di guida. E non se ne sente la mancanza. La Porsche 911 S/T è rumorosa (molto) in tutte le situazioni di guida, non tanto per i decibel prodotti dallo scarico di serie, ma per tutto quello che si sente stando all’interno del suo abitacolo: il motore sembra sia seduto lì al vostro fianco e lo stesso vale per il cambio che “parla” ad ogni passaggio di marcia. Avvicinarsi al limitatore è cosa sublime ed è proprio lì sul filo dei 9.000 giri che la mancanza di isolamento acustico ti ripaga con acuti degni di una cantante lirica. Grazie ai rapporti accorciati godere di questi 9000 giri è più facile che con altre 911, ma come con tutti gli aspirati – specie con quelli che girano così in alto – la velocità bisogna guadagnarsela: non basta premere un filo il gas e aspettare che un paio di turbo e motori elettrici vi catapultino in avanti senza esitazione.
SENZA FILTRI. Il comportamento delle sospensioni rasenta, invece, la perfezione: è un’auto rigida, non poteva essere altrimenti, ma è stata calibrata con estrema precisione per divertirsi su strada dove l’asfalto non è una tavola. La Porsche 911 S/T digerisce dossi e avvallamenti senza scomporsi di un millimetro, permettendovi di continuare a tenere giù il gas alla continua ricerca dei 9.000 giri. Difficile se non impossibile volere di più da un’auto moderna, se ciò a cui tenete di più è sentire quello che l’auto riesce a trasmettervi senza filtri. Ma al di là del piacere di guida indiscusso che questa Porsche 911 S/T regala, questa sua visceralità – che l’avvicina un pochino nel fascino alle “vecchie” GT3 della serie 997 (se avete avuto la fortuna di guidarne una sapete di cosa sto parlando) – mi ha fatto anche riflettere e porre delle domande su ciò che conta davvero in un’auto sportiva prodotta ai nostri giorni.
NON È LA “SOLITA” SUPERCAR. La Porsche 911 S/T ti fa riassaporare qualcosa che non proviamo più con le auto di oggi: il coinvolgimento è totale – è stata creata per questo – ma per goderne fino in fondo bisogna anche essere disposti a mettere per un attimo da parte alcune cose a cui le supercar moderne ci hanno abituato e molto bene. 500 cavalli, oggi, si gestiscono con una facilità impensabile fino a pochi anni fa e pure 600, 700 e anche 1000 (se ci sono gli uomini del Cavallino dietro) e questo senza neanche dover scendere a compromessi in quanto a comfort e usabilità. Certo, queste auto potrebbero risultare un po’ “finte” da dietro il volante e tutti gli effetti lo sono perché il vero pilota al volante è la centralina, ma diciamoci la verità è mooolto comodo.
NON È SOLO UNA QUESTIONE DI MANUALE. Non mi stupisce quindi che auto come questa Porsche 911 S/T – al di là del valore economico (il listino parte da 315.000 euro) – diventino in fretta più oggetti da collezione che veri strumenti del piacere di guida. Per godersela fino in fondo qualche piccolo sacrificio va fatto – specie se tra un passo di montagna e l’altro volete fare un po’ di autostrada – e non sono in tanti coloro che al di là delle parole vivono le supercar davvero in questo modo. Se siete “duri e puri” con la Porsche 911 S/T realizzerete un sogno, per tutti gli altri che (sotto sotto) preferiscono qualcosa di meno estremo vi dò una buona notizia: la Porsche 911 GTS 992.1 con il manuale offre alla metà del prezzo l’80% (ma forse anche il 90) della protagonista di questo articolo e senza rinunciare a qualche comodità. La passione per l’auto ha mille sfaccettature ed è proprio questo il bello della 911: ce n’è sempre una giusta per tutti! Lunga vita alla Elfer!
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