In ricordo di Leonardo e Emma, Manuela e Ilaria madri coraggio: donare per superare l’assenza
L’associazione che porta il nome dei ragazzi promuove eventi ed iniziative di solidarietà. L’impegno per il sociale è la risposta all’appello per la carenza di sangue e plasma
Viareggio, 24 gennaio 2025 – “La tua gioia e il tuo entusiasmo continueranno ad alimentare il tuo ricordo nella nostra quotidianità”. Così Sant’Agostino si rivolge alle persone che sono andate via fisicamente, ma che restano nella “stanza accanto” e affiancano il cammino di chi hanno lasciato. Nei volti di Manuela Guidi e Ilaria Grazioli, viareggine, mamme di Leonardo Brown, 21 anni, e Emma Genovali, 20 anni, le cui vite sono state spezzate in un tragico incidente stradale il 4 luglio del 2023 mentre andavano al mare, si legge la presenza di queste giovani vite. Gli sguardi sono quelli di quei due ragazzi che si amavano e che continuano a vivere e lo fanno attraverso gesti concreti. Emma e Leo simbolo della donazione, di quel darsi agli altri e farlo quando una emergenza, come la carenza di sangue e di plasma, di organi, fa la differenza e traccia in una manciata di minuti quel filo invisibile tra la morte fisica e la vita. Queste donne coraggio, hanno fondato l’associazione “Vivi con Leo&Emma”, perché il primo a andarsene, dopo una settimana è stato Leo, Emma lo ha raggiunto due mesi dopo, e hanno trasformato il dolore in dono, creando gesti e situazioni diverse.
“Quando abbiamo saputo della carenza di sangue che stava attraversando il Versilia abbiamo chiamato a raccolta giovani donatori, che non avevano mai donato, e donatori, tutti si sono recati al centro trasfusionale” spiegano Manuela e Ilaria che prima di quel terribile 4 luglio del 2023 non si conoscevano.
“Ci siamo conosciute al Cisanello – raccontano – quando Emma è arrivata in ospedale erano necessarie 7 sacche di sangue e due di plasma. Abbiamo vissuto sulle nostre vite cosa significhi questa carenza. Ci siamo guardate e abbiamo deciso che non devono accadere emergenze di questo genere”. Del resto la filosofia dell’attenzione all’altro Manuela e Ilaria la hanno sempre vissuta: sono donatrici dell’associazione Fratres di Pian di Mommio. Giovane donatore lo era anche Leonardo iscritto alla Fratres di Capezzano. Leonardo era diventato donatore seguendo l’esempio di due persone che aveva nel cuore: Luigi Pardini, il padre che lo ha cresciuto, e il mister con il quale giocava, Roberto Gianneschi.
Con quale messaggio si possono avvicinare i giovani alle donazioni di sangue e plasma?
“Bisogna pensare che ciascuno di noi può avere bisogno di sangue, plasma e organi ( Leonardo ha donato anche gli organi ). Se ciascuno di noi è consapevole di questo e di quanto il destino può porlo all’improvviso davanti a ciò, diventa donatore”.
Recenti statistiche raccontano che la staffetta delle donazioni si è inceppata: all’appello mancano proprio i giovani.
“La cultura della donazione nasce nelle famiglie è importante che i ragazzi crescano in ambienti che educhino l’anima. I sentimenti, le emozioni sono i tasselli che spingono a essere solidali, a donarsi agli altri”. I cuori di Manuela e Ilaria battono all’unisono come all’unisono battevano i cuori di Emma e Leonardo, quando il libro dei sogni aperto alle prime pagine quella mattina si è chiuso, ma dall’alto lo continuano a scrivere.
Manuela e Ilaria hanno un sogno: nel cuore di queste due mamme, che la vita ha messo a dura prova, resta lo spazio di un sogno che è anche una speranza in ricordo di Leonardo e Emma. “L’associazione – chiudono – è a casa dei nonni: sarebbe bello se avesse una sede, una porta sulla città”. E sarebbe bello che la città facesse suo questo piccolo grande sogno: il sogno dell’amore che non ha ostacoli e vive oltre la vita fisica.
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