Nelle Filippine migliaia di nativi stanno protestando per riavere le scuole indigene

Nelle Filippine, in occasione del National Children’s Month, il mese dedicato ai diritti dell’infanzia, vari gruppi di attivisti dei diritti umani e dei diritti delle popolazioni indigene stanno protestando per chiedere al governo di Marcos Jr. di riaprire le scuole Lumad che erano state chiuse forzatamente nel 2019 dal suo predecessore, Rodrigo Duterte. Le varie […] The post Nelle Filippine migliaia di nativi stanno protestando per riavere le scuole indigene appeared first on L'INDIPENDENTE.

Jan 24, 2025 - 00:57
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Nelle Filippine migliaia di nativi stanno protestando per riavere le scuole indigene

Nelle Filippine, in occasione del National Children’s Month, il mese dedicato ai diritti dell’infanzia, vari gruppi di attivisti dei diritti umani e dei diritti delle popolazioni indigene stanno protestando per chiedere al governo di Marcos Jr. di riaprire le scuole Lumad che erano state chiuse forzatamente nel 2019 dal suo predecessore, Rodrigo Duterte. Le varie organizzazioni sottolineano il ruolo di queste scuole nella salvaguardia della cultura indigena e nell’istruzione fornita ai giovani indigeni. La repressione delle popolazioni indigene delle Filippine, che condividono questo destino con molte altre popolazioni native nel mondo, ha luogo a causa del loro ruolo nella difesa dell’ambiente, che i grandi gruppi privati, locali ed stranieri, intendono invece sfruttare per il proprio profitto.

Save Our Schools Network, Bagong Alyansang Makabayan, ACT Teachers Party, United Church of Christ in the Philippines e Sandugo, gruppo in difesa delle minoranze indigene, sono alcune delle più importanti organizzazioni del Paese che stanno chiedendo a gran voce al Presidente Marcos Jr. di riaprire le scuole indigene chiuse forzatamente dall’ex Presidente Rodrigo Duterte. Nell’ottobre 2019, infatti, furono chiuse oltre 55 scuole Lumad per presunta non conformità alle linee guida del Dipartimento dell’Istruzione e per la diffusione di programmi contrari al governo. Quest’ultimo sosteneva che in queste scuole si insegnasse un’ideologia sovversiva «di sinistra». I militari entrarono con la forza nei campus e arrestarono insegnanti e studenti, nonostante non avessero un mandato per farlo. Inoltre, secondo l’iniziativa Save Our Schools Network, il Dipartimento dell’Istruzione aveva approvato i programmi all’inizio dell’anno scolastico. Da allora, le scuole sono rimaste chiuse, con un grave impatto sul diritto all’istruzione dei bambini indigeni.

A partire dagli anni ’80, le scuole Lumad, gestite da varie fondazioni, sono cresciute in tutta Mindanao, la seconda isola delle Filippine per grandezza, offrendo istruzione gratuita alla popolazione indigena. A complemento di materie convenzionali, come l’alfabetizzazione e la matematica, le loro lezioni si concentravano anche sul patrimonio locale e la protezione dell’ambiente. La repressione nei confronti delle popolazioni indigene è spesso legata allo sfruttamento ambientale contro cui questi popoli combattono: secondo l’International Coalition for Human Rights in the Philippines, quella contro i popoli indigeni è una «guerra progettata dagli Stati Uniti e finanziata dai contribuenti che sta togliendo la vita a persone innocenti nelle Filippine. Dall’inizio del mandato del presidente Aquino nel 2010, sia l’esercito del governo filippino che gli eserciti privati delle multinazionali e delle dinastie familiari più ricche hanno rapito, torturato e ucciso insegnanti di scuola, agricoltori e bambini indigeni. Hanno inoltre rubato la terra indigena, abbattuto le foreste, inquinato i sistemi idrici e fatto saltare in aria le montagne. Hanno persino occupato e bruciato scuole pluripremiate nelle comunità indigene, per impedire ai bambini e alle loro famiglie di imparare a vivere in modo sostenibile, sulla loro terra ancestrale e ricca di risorse». Una denuncia forte, che spiegherebbe quindi la decisione presa nel 2019 dal presidente Dutarte.

Il popolo Lumad di Mindanao è un esempio di come le ingiustizie ambientali colpiscono i gruppi indigeni e di come li costringono a rispondere. Questo gruppo ha sofferto in modo significativo a causa di problemi ambientali causati dall’agroindustria illegale e dalle operazioni minerarie illegali. In risposta, molti si sono uniti a organizzazioni volte a proteggere le loro terre ancestrali dalla distruzione. La loro continua resistenza anche di fronte a tali attacchi offre una certa speranza che i movimenti indigeni in tutto il mondo non vengano soffocati, ma sono anche la causa della continua repressione che subiscono.

[di Michele Manfrin]

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