Colpa di Trump se gli accordi globali erano in crisi?

Trump ritira gli Stati Uniti dall'Organizzazione mondiale della sanità, dagli accordi di Parigi sul clima e dall'accordo fiscale Ocse. Il corsivo di Battista Falconi

Jan 22, 2025 - 10:03
 0
Colpa di Trump se gli accordi globali erano in crisi?

Trump ritira gli Stati Uniti dall’Organizzazione mondiale della sanità, dagli accordi di Parigi sul clima e dall’accordo fiscale Ocse. Il corsivo di Battista Falconi

Uno spunto di riflessione molto interessante, del giuramento-insediamento di Donald Trump, è che gli USA si ritirerebbero da almeno tre scenari internazionali: l’OMS, gli accordi di Parigi sul clima e l’accordo fiscale OCSE. Ci potremmo aggiungere la NATO, su cui Trump ha espresso le proprie perplessità, nonché, fantasticando appena, persino l’ONU.

L’Organizzazione mondiale della sanità ha gestito la crisi pandemica in modo opinabile, non c’è dubbio. La questione dei prelievi sugli extraprofitti delle società big tech statunitensi, illuminata da FT e pochi altri giornalisti, è molto delicata e rientra nella mega questione del rapporto tra poteri economico-finanziari e stati nazionali. Le politiche green sono poi oggetto di un ripensamento evidente e condizionato dal clima politico mutato, esattamente come era accaduto nel periodo in cui il vento ecologista ne gonfiava le vele. Si veda come Von der Leyen sta virando, sul tema, ora che la sua coalizione conta anche sull’appoggio di forze attente alle conseguenze delle misure previste per l’industria del vecchio continente. L’età dell’oro verde pare tramontata come la sua principessa Greta.

La modesta conclusione che se ne può trarre è che gli accordi internazionali e a lungo termine poggiano su gambe d’argilla, la velocità di cambiamento della realtà condiziona opinioni e consensi in modo troppo repentino. Purtroppo, i primi scricchiolii della tregua mediorientale già si avvertono, i profeti di sventura (mestiere comodissimo) sono pronti al “l’avevamo detto” e gli ucraini ne sono tanto consapevoli che dilazionano il tavolo con i russi. Così pure, appare arduo assumersi impegni globali: l’ironia sul rilascio del libico fermato e subito rilasciato spinge le ironie sulla caccia ai trafficanti di uomini per l’intero “globo terracqueo”.

In un contesto così precario, per valutare la superficialità dei giudizi sull’incoronazione trumpiana, come verrebbe da chiamarla, basta seguire la narrativa sul saluto romano di Elon Musk, tra l’automatismo di chi commenta che quindi Giorgia Meloni sta con i nazisti e la difesa d’ufficio di Andrea Stroppa, che richiama i precedenti e motiva il gesto con l’autismo (non capiamo bene il nesso, però sospettiamo che per fare il saluto romano essere un po’ scemi aiuti). Al solito, piacciono le iconcine che polarizzano. Ma anche sul piano sostanziale pare si sia capito poco. Leggiamo che le misure annunciate e adottate dal presidente Usa metterebbero in crisi la Cina ma anche che la avvantaggerebbero, tanto per dire.

What's Your Reaction?

like

dislike

love

funny

angry

sad

wow