Il GELO che piomba all’IMPROVVISO: l’ipotesi meteo suggestiva

  Oramai molti meteo appassionati hanno perso le speranze ma niente è perduto nel meteo. Ma come si formano le condizioni idonee per gelo e neve? Scopriamole insieme.   La discesa di masse freddissime Uno dei fattori determinanti è la discesa di masse d’aria fredda provenienti dalle regioni polari o artiche, spesso causata da configurazioni bariche […] Il GELO che piomba all’IMPROVVISO: l’ipotesi meteo suggestiva

Jan 24, 2025 - 08:40
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Il GELO che piomba all’IMPROVVISO: l’ipotesi meteo suggestiva

 

Oramai molti meteo appassionati hanno perso le speranze ma niente è perduto nel meteo. Ma come si formano le condizioni idonee per gelo e neve? Scopriamole insieme.

 

La discesa di masse freddissime

Uno dei fattori determinanti è la discesa di masse d’aria fredda provenienti dalle regioni polari o artiche, spesso causata da configurazioni bariche specifiche. Quando queste masse d’aria raggiungono l’Italia, trovano condizioni ideali per il raffreddamento, in particolare durante le notti limpide e senza vento. In queste situazioni, il fenomeno dell’irraggiamento termico favorisce una rapida dispersione del calore accumulato durante le ore diurne, portando le temperature a calare drasticamente.

 

La distribuzione del freddo

Nelle zone alpine e appenniniche, il gelo è un evento regolare durante i mesi invernali, con valori termici che possono scendere ben al di sotto dello zero Celsius per periodi prolungati. Al contrario, nelle aree costiere e nelle isole maggiori, la presenza del mare svolge un ruolo mitigante, riducendo la frequenza e l’intensità delle gelate. Le pianure interne, come la Pianura Padana, sono particolarmente soggette a fenomeni di gelo a causa delle condizioni di ristagno dell’aria e dell’assenza di ventilazione, che favoriscono l’accumulo di aria fredda al suolo.

 

Un distinguo

Un’altra distinzione fondamentale è quella tra il gelo meteorologico e quello agronomico. Il primo si riferisce semplicemente alle temperature sotto lo zero rilevate dall’atmosfera, mentre il secondo riguarda gli effetti negativi delle basse temperature sulle colture agricole. Ad esempio, una gelata notturna particolarmente intensa può provocare gravi danni agli alberi da frutto o alle coltivazioni orticole, soprattutto se avviene durante la fioritura o la germogliazione. Questi danni possono avere conseguenze economiche rilevanti, specialmente nelle regioni agricole più produttive del Paese.

 

Non è mai uniforme

Il gelo non è un fenomeno uniforme e può presentarsi con intensità e caratteristiche diverse a seconda delle configurazioni atmosferiche dominanti. Gli Inverni caratterizzati dalla presenza di un Anticiclone siberiano sono spesso associati a gelate estese e persistenti. Al contrario, le stagioni invernali influenzate da correnti atlantiche più miti vedono una riduzione significativa delle gelate. Queste variazioni sono strettamente legate a fenomeni climatici globali, come El Niño o La Niña, che possono influenzare la circolazione atmosferica su scala planetaria e, di conseguenza, il clima locale.

 

Ma allora, ci piomberà addosso?

Ma allora arriverà Veramente questo gelo? Per adesso non si vedono le condizioni idonee nel breve periodo, mitezza intensa al Sud e precipitazioni abbondanti al Nord saranno i comuni denominatori. Eppure non è persa la speranza. Proprio perché il prossimo mese potrebbe riservarci sorprese meteo importanti, è necessario rimanere aggiornati per capire se masse d’aria siberiane o comunque artiche possano arrivare di colpo e far cambiare particolarmente in fretta le carte in tavola sullo scacchiere europeo.

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