Stati Uniti, Donald Trump inaugura la nuova età dell’oro (nero)
Donald Trump ha firmato decine di ordini esecutivi, su svariati temi, nel suo primo giorno da presidente. Confermata l’uscita dall’Accordo di Parigi.
“Oggi comincia l’età dell’oro dell’America”. È con queste parole che il 47esimo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, si è rivolto alla nazione nel giorno della sua investitura. Il suo è stato un discorso nettamente diverso rispetto a quello del 2017, quando iniziò il suo primo mandato alla guida del suo paese.
Se all’epoca infatti il miliardario americano aveva scelto toni cupi, stavolta ha optato per una visione fortemente ottimistica, che ha assunto toni messianici: “Dio mi ha salvato per poter restituire all’America la sua grandezza”, ha dichiarato. A patto di stravolgere radicalmente le politiche imposte dai democratici su ambiente, economia, commercio estero, diritti delle minoranze, migranti.
La seconda uscita degli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi
Una serie di ordini esecutivi presidenziali, approvati non appena entrato in carica, hanno indicato in questo senso la volontà di Trump di agire senza esitazioni. Dal punto di vista del clima, il presidente statunitense ha disposto l’uscita dall’Accordo di Parigi. Questa, come accaduto nel caso del primo abbandono, che risale al 1 giugno 2017, non potrà però essere immediata, ma sarà più rapida rispetto a sette anni e mezzo fa.
All’epoca, infatti, in virtù dell’articolo 28 dello stesso Accordo, a invenire non era soltanto l’anno di preavviso che ciascuna nazione deve concedere alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc), ma c’era anche una norma che prevedeva che nessuno stato avrebbe potuto scegliere di uscire nei primi tre anni dall’entrata in vigore. Ciò aveva rallentato i tempi, e fatto sì che il periodo di reale assenza degli Stati Uniti fosse ridotto sensibilmente, prima del rientro voluto dall’ormai ex presidente Joe Biden. Stavolta, invece, basteranno appunto dodici mesi.
Il ritorno delle trivellazioni alla ricerca di petrolio e gas
I delegati di Washington, in ogni caso, parteciperanno normalmente (almeno dal punto di vista formale) alla trentesima Conferenza sul clima delle Nazioni Unite, la Cop30 che si terrà in Brasile nel prossimo mese di novembre. Nel frattempo, però, l’amministrazione Trump potrebbe indebolire fortemente le proprie politiche climatiche, il che probabilmente rallenterà la già tentennante azione per combattere il riscaldamento globale. Anche in questo senso, le intenzioni del nuovo presidente sono state chiaramente confermate nei primi ordini esecutivi.
Il capo di stato ha indicato infatti che dichiarerà un’emergenza nazionale e che, su tale base, tornerà a sostenere le trivellazioni alla ricerca di petrolio e gas sul territorio americano. Secondo Trump, infatti, il suo paese “possiede le risorse più ampie al mondo” di tali combustibili fossili, “e deve utilizzarle. Torneremo ad essere una nazione manifatturiera e un produttore petrolifero”.
La grazia a 1.500 persone che assaltarono il Campidoglio
Ma gli atti firmati non si fermano qui: sono numerosi e su argomenti completamente diversi l’uno dall’altro. Il più clamoroso è quello che prevede una grazia quasi completa a favore di oltre 1.500 persone condannate per l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021. Tra i beneficiari figurano gli autori delle violenze contro 140 poliziotti rimasti feriti durante l’insurrezione. “Ciò che è stato fatto contro queste persone è scandaloso”, ha spiegato Trump, secondo il quale i veri responsabili della sommossa furono degli “agitatori esterni”.
Ma la priorità assoluta negli ordini esecutivi presidenziali sembra essere quella delle migrazioni. In realtà, in virtù di una serie di normative, il numero di clandestini rintracciati dalle forze dell’ordine statunitensi nella seconda metà del 2024 è sceso del 70 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il totale delle persone accompagnate alla frontiera e delle espulsioni è stato inoltre pari a quasi 700mila: una cifra mai raggiunta dal 2010.
Migrazioni: pugno duro, stop ai programmi di ingressi legali, impiego dell’esercito
Ciò nonostante, tutta la campagna elettorale di Trump si è concentrata sulla necessità di rendere il paese nordamericano una sorta di fortezza. Tra gli ordini approvati, spicca quello che designa i cartelli messicani della droga come organizzazioni terroriste. Ciò consente di adottare, infatti, misure immediate per bloccare gli ingressi. Allo stesso modo, viene chiuso il programma di ammissioni legali per due anni, previa dimostrazione di poter contare su sufficienti risorse finanziarie, che era stato introdotto a favore di chi proveniva da Cuba, Venezuela, Haiti e Nicaragua.
L’amministrazione di Washington ha annunciato inoltre la propria intenzione di completare la costruzione del muro alla frontiera con il Messico, nonché di dispiegare l’esercito (e in particolare la guardia nazionale) nell’area di confine.
Confermati i dazi doganali su prodotti canadesi e messicani. Per TikTok si cerca un acquirente
Dal punto di vista economico, Trump a firmato un memorandum che impone a tutte le agenzie federali di lottare contro l’inflazione dei prezzi al consumo, abrogando una serie di misure che erano state adottate da Biden. Mentre in materia di commercio estero ha confermato la volontà di imporre dazi doganali del 25 per cento sui prodotti provenienti da Canada e Messico. Ciò a partire dal 1 febbraio. In modo tutto sommato sorprendente, invece non vengono menzionati (almeno per ora)i rincari sulle merci in arrivo dalla Cina.
Trump ha firmato anche un ordine che sospende per 75 giorni il divieto di utilizzo del social network TikTok sul territorio americano. A suo avviso, questo periodo di tempo consentirà di trovare un acquirente americano per la piattaforma, nel quadro di un accordo volto a proteggere gli interessi di sicurezza nazionale.
Concesse le deleghe al nuovo dipartimento dell’Efficienza di Elon Musk
Tra gli atti firmati dal nuovo presidente spicca poi quello che ritira gli Stati Uniti dall’Organizzazione mondiale della sanità, come già fatto nel corso del suo primo mandato. La politica “America First”, insomma, si conferma improntata al più drastico isolazionismo. È stato poi ordinato un esame approfondito delle spese americane in materia di aiuti a paesi esteri. E sono state revocate numerose deleghe a dirigenti pubblici in materia di sicurezza nazionale.
Più simbolicamente, Trump ha previsto di firmare un ordine esecutivo che ribattezza il Golfo del Messico come “Golfo d’America”, è un altro che fa tornare il vecchio nome della più alta montagna statunitense: si chiamerà nuovamente McKinley, dopo che Barack Obama l’aveva ribattezzata Denali.
Sono stati poi concessi formalmente poteri al nuovo dipartimento dell’Efficienza governativa (Doge), che sarà diretto dall’imprenditore proprietario di Tesla e Space X Elon Musk. Secondo Trump, ciò aiuterà a razionalizzare le spese e il funzionamento del governo degli Stati Uniti.
Il governo riconoscerà solo due sessi: uomini e donne
Infine, alcuni ordini esecutivi riguardano le protezioni accordate ad una serie di minoranze. In particolare, si pone fine ai programmi a favore delle persone transgender e a quelli di diversità, equità e inclusione. Concretamente, un decreto dichiara che il governo federale riconoscerà soltanto due sessi: uomini e donne.
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