Secondo BlackRock l’intelligenza artificiale andrà a tutto gas
Cosa ha detto Larry Fink di BlackRock sul fabbisogno di investimenti e di energia dell'intelligenza artificiale e sul ruolo che avrà il gas per alimentare i centri dati
Cosa ha detto Larry Fink di BlackRock sul fabbisogno di investimenti e di energia dell’intelligenza artificiale e sul ruolo che avrà il gas per alimentare i centri dati
Discutendo di intelligenza artificiale a margine del Forum economico mondiale di Davos, Larry Fink – è l’amministratore delegato di BlackRock, la più grande società di gestione degli investimenti al mondo – ha detto che la costruzione dei centri dati richiederà finanziamenti ingenti da parte del settore privato. Poco prima OpenAi aveva annunciato una joint venture assieme a SoftBank e a Oracle sugli investimenti nelle infrastrutture per l’intelligenza artificiale: la cifra iniziale è di 100 miliardi di dollari, da portare eventualmente a 500 miliardi. La stessa BlackRock ha creato, assieme a Microsoft e non solo, un fondo di investimento da 30 miliardi dedicato sempre ai data center e agli impianti energetici che alimenteranno queste strutture.
LE PREVISIONI SUL CONSUMO DI ELETTRICITÀ
Per via dei centri dati, che elaborano le informazioni per l’addestramento e il funzionamento dei sistemi di intelligenza artificiale, la domanda di elettricità negli Stati Uniti è tornata a crescere dopo un lungo periodo di stagnazione: il dipartimento dell’Energia prevede che triplicherà entro i prossimi tre anni.
Secondo l’Agenzia internazionale dell’elettricità, i consumi elettrici dei centri dati e dei settori dell’intelligenza artificiale e delle criptovalute potrebbero raddoppiare entro il 2026, rispetto ai valori del 2022.
L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE A TUTTO GAS
“Nel breve periodo, sia chiaro”, ha affermato Fink, l’intelligenza artificiale “sarà alimentata in larga misura dal gas, dal gas naturale negli Stati Uniti”. Nel più lungo termine andranno invece avviate delle discussioni sul ruolo del nucleare, che è in grado non soltanto di produrre elettricità in maniera stabile e continuativa – coerentemente con il profilo della domanda dei centri dati -, ma di farlo senza rilasciare emissioni.
Nei mesi scorsi tutte le Big Tech statunitensi – a cominciare da Microsoft per arrivare a Meta, passando per Alphabet e Amazon – hanno annunciato degli accordi di compravendita energetica con gli operatori di centrali nucleari, hanno presentato una richiesta per la costruzione di nuovi reattori oppure hanno investito in società specializzate nelle nuove tecnologie modulari.
Che sarà però il gas, e non il nucleare, il vero vincitore del boom di domanda elettrica creato dall’intelligenza artificiale – almeno all’inizio – non ne è convinto solo Fink. Secondo Dale Klein, ex-presidente della Nuclear Regulatory Commission degli Stati Uniti, nel breve termine sarà il gas a soddisfare la crescita della domanda di elettricità legata ai data center: ci sono infatti dei tempi tecnici, più o meno lunghi, per la riattivazione dei reattori nucleari, per la costruzione di nuove centrali e per l’affermazione commerciale degli impianti modulari.
COSA FANNO CHEVRON E META
Anche Mike Wirth, amministratore delegato della società petrolifera americana Chevron, la pensa allo stesso modo: durante un evento organizzato dal think tank Atlantic Council ha detto che Chevron sta valutando la possibilità di costruire delle nuove centrali a gas per l’alimentazione diretta dei centri dati.
Sempre proposito della necessità del gas, Meta, la società madre di Facebook – che pure sta esplorando fonti di energia pulite, come il nucleare e la geotermia –, attingerà proprio al combustibile fossile per alimentare il suo grande centro dati in costruzione nel nord della Louisiana.
COSA PENSA L’AMMINISTRAZIONE TRUMP
Doug Burgum, nominato da Donald Trump prossimo segretario degli Interni e presidente del Consiglio nazionale dell’energia, pensa che gli Stati Uniti perderanno la “corsa alle armi sull’intelligenza artificiale” con la Cina se non aumenteranno la generazione di elettricità da fonti fossili.
“Senza un carico di base, perderemo la corsa alle armi sull’intelligenza artificiale con la Cina, e se la perderemo ciò avrà un impatto diretto sulla nostra sicurezza nazionale”, ha dichiarato Burgum. Con il termine “carico di base” (o baseload) fa riferimento a quegli impianti che forniscono elettricità in maniera stabile e continuativa alla rete, garantendo il bilanciamento di domanda e offerta: come le centrali a gas, appunto, o quelle nucleari.
LE NUOVE CENTRALI A GAS NEGLI STATI UNITI
L’amministrazione Trump vuole stimolare l’estrazione di combustibili fossili, benché gli Stati Uniti siano già il primo paese produttore di petrolio e di gas al mondo. E anche se le dichiarazioni di Burgum lasciano intendere che la presidenza di Joe Biden abbia impedito l’apertura di centrali a gas, entro il 2030 dovrebbero entrarne in funzione ottanta per 46 gigawatt di capacità.
What's Your Reaction?