Philadelphia, cosa vedere e dove andare a piedi nella “città dell’amore fraterno”

24Per capirla veramente l’unico modo è girarla a piedi. Solo così si apprezza fino in fondo la geometria a misura d’uomo di Philadelphia, la città ideale voluta nel 1682 da William Penn. Un rettangolo perfetto, incastonato tra due fiumi, che evoca armonie rinascimentali e visioni illuministiche. Philadelphia, cosa vedere a spasso a piedi per la L'articolo Philadelphia, cosa vedere e dove andare a piedi nella “città dell’amore fraterno” sembra essere il primo su Dove Viaggi.

Jan 24, 2025 - 08:38
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Philadelphia, cosa vedere e dove andare a piedi nella “città dell’amore fraterno”

24Per capirla veramente l’unico modo è girarla a piedi. Solo così si apprezza fino in fondo la geometria a misura d’uomo di Philadelphia, la città ideale voluta nel 1682 da William Penn. Un rettangolo perfetto, incastonato tra due fiumi, che evoca armonie rinascimentali e visioni illuministiche.

Philadelphia USA vista dal Four Seasons Hotel
Il reticolo regolare delle vie di Philadelphia visto dalla lounge panoramica al 60° piano del Four Seasons Hotel.

Philadelphia, cosa vedere a spasso a piedi per la città

Lontana dagli stereotipi delle metropoli americane, la città dell’amore fraterno (questo il significato del suo nome in greco) resta aperta e multiculturale, fedele ai valori dei padri fondatori. Qui la megalomania lascia spazio a una scala ridotta, calibrata sul passo dell’uomo. Merito delle dimensioni contenute del centro, che si attraversa camminando in meno di 35 minuti. Ma anche dell’atmosfera dei suoi quartieri, perfetti da scoprire con un walk tour.

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Il gigantesco City Hall

Punto di partenza ideale è il gigantesco City Hall, baricentro geografico di Philadelphia insieme alla statua di Penn, il colono quacchero che diede il suo nome alla Pennsylvania (lo Stato americano in cui sorge la città) e progettò la pianta urbana.

Incisa nella pietra ai piedi del monumento, disegna una griglia di linee regolari che, incrociandosi, delineano quattro quadranti. Dove nulla dista più di una quindicina di minuti a piedi.

L’Independence National Historical Park

Seguendo Market Street, l’asse che taglia in due la città, si raggiunge l’Independence National Historical Park, cuore pulsante degli eventi che, due secoli e mezzo fa, portarono la nascente nazione a emanciparsi dalla corona britannica.

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L’Independence Hall

Sorvegliati dai ranger in divisa verde bosco del National Park Service, si visita l’Independence Hall, l’austera aula dove, nell’estate del 1776, venne siglata la Dichiarazione d’Indipendenza. Quindici anni più tardi, in quella stessa sala, i rappresentanti di 12 Stati firmavano la Costituzione degli Stati Uniti d’America.

Del resto, Philly, come è chiamata confidenzialmente, incarna da sempre i principi di uguaglianza e libertà. Fu la prima città americana a garantire il diritto di professare qualunque religione, sancito sin dal momento della sua fondazione. Qui è stata aperta la prima biblioteca pubblica americana, voluta da Benjamin Franklin nel 1731, e il primo ospedale, il Pennsylvania Hospital, nel 1751, così come la prima università degli Stati Uniti.

Su quel passato glorioso si calibra il presente, che qui ha scommesso tutto sul buonsenso della prima donna sindaco, l’afroamericana Cherelle Parker. Figlia di una madre single, ha puntato sulla sicurezza e sulla pulizia, spazzando via, letteralmente, la patina di grigio dalle strade con un nuovo esercito, formato da netturbini. Il risultato? Una valanga di premi. Eletta come una delle migliori città da visitare nell’edizione 2024 del premio Best in Travel di Lonely Planet, è anche, secondo il Readers&Choice Awards di USA Today, la più accessibile a piedi degli Stati Uniti.

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Il nuovo museo nella First Bank of the United States

Intrisa dei valori a stelle e strisce, capitalismo incluso, la città dell’idealismo guarda al futuro, ma non smette di celebrare il passato. Tanto che, a pochi passi dalla Betsy Ross House, la casa della sarta che confezionò la prima bandiera, fervono i lavori in vista dell’inaugurazione del nuovo museo dedicato alla storia economica americana.

Aprirà tra pochi mesi nella monumentale First Bank of the United States, datata 1797, un tempio palladiano di pietra bianca che tornerà finalmente visibile al pubblico con una nuova funzione.

Mangiare e bere con vista

Un destino condiviso da altre importanti sedi bancarie, riconvertite in nuovi, affascinanti ritrovi. Dagli opulenti saloni della National Bank, dove ora si cena ai tavoli del ristorante Butcher & Singer, alle architetture déco della Philadelphia Savings Fund Society, uno dei primi grattacieli moderni, oggi sede dell’Hotel Loews, con le sue stanze panoramiche spalancate sullo skyline.

Per salire ancora più in alto, si prende l’ascensore trasparente del Four Seasons Hotel progettato da Norman Foster, che in pochi secondi porta alla spettacolare lounge vetrata del sessantesimo piano.

Dai tavoli dello Skyhigh, lussuoso bar aperto anche a chi non soggiorna nelle stanze extra lusso, la vista spazia sull’intera città, tra cieli azzurri solcati da soffici nuvole bianche.

murales di Jared Bader dedicato a Abraham Lincoln a Philadelphia USA
Il murales di Jared Bader dedicato a Abraham Lincoln decora la facciata di un edificio tra Chestnut e Market Street.

L’arcobaleno della street art

Tornati a terra, ci si tuffa in una sorprendente caccia al tesoro tra i quattromila murales che colorano muri e facciate. Realizzati da artisti noti in tutto il mondo, rientrano in un progetto strutturato, il Mural Arts Program.

“Non un fenomeno spontaneo, ma un programma artistico e sociale nato circa trent’anni fa per indirizzare le energie vandaliche dei graffitari verso forme organizzate di espressione artistica”, spiega Irene Levy Baker, esperta d’arte e autrice della guida bestseller 100 Things to do in Philadelphia.

“I temi vengono scelti dalle comunità locali, per questo spesso sono tributi alle persone e alla storia dei luoghi in cui vengono realizzati”, sottolinea. Come lo spettacolare Philadelphia Muses di Meg Saligman, una delle più talentuose street artist statunitensi. O l’emblematico A people’s progression toward equality di Jared Bader (2007) che celebra l’impegno di Lincoln per l’abolizione della schiavitù.

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Philadelphia, Pearl and Mary Oyster Bar
Pearl and Mary Oyster Bar, uno dei tanti locali di Midtown Village, fulcro della vita notturna nel centro della città

Passeggiare tra le viuzze di Gayborhood

I murales sono uno degli emblemi di Gayborhood, il quartiere di Midtown Village un tempo enclave della comunità LGBTQ+ e dei primi gay club, come il leggendario Plastic.

Oggi è una delle zone residenziali più richieste, dove perdersi in un reticolo di viuzze pedonali silenziose e tranquille. Come la minuscola Camac Street, con il pavimento originale di blocchi di legno e le casette in mattoni a due piani, abitate da una comunità di artisti.

Nei dintorni, tra insegne di ristoranti vegetariani (da provare il raffinato Vedge) e strisce pedonali arcobaleno, si scoprono locali alternativi come il Milkboy, palcoscenico delle migliori band del momento.

Poco distante, in uno stretto vicolo tra Sansom e Chestnut Street, si scorge l’insegna del McGillin’s Olde Ale House, il pub più antico di Philadelphia. Aperto nel 1860, l’anno in cui Lincoln fu eletto presidente, è sopravvissuto alla Guerra civile, alla Grande depressione e persino al Proibizionismo.

Magic Gardens mosaico di Isaiah Zagar a Philadelphia USA
Uno scorcio del Magic Gardens, opera a mosaico dell’artista Isaiah Zaga

Giardini psichedelici

Pochi passi e tutto cambia. Dirigendosi verso sud, ci si ritrova nella vibrante atmosfera di South Street. Cuore del quartiere sono gli psichedelici Magic Gardens, l’installazione di mosaici che l’artista Isaiah Zagar ha realizzato nel corso degli ultimi cinquant’anni usando schegge di specchi, stoviglie frantumate, bottiglie di vetro, ruote di bicicletta, objet trouvé.

Un labirinto di tunnel e grotte che ha finito per inglobare quello che un tempo era il suo appartamento, per poi dilagare tra le vie del quartiere.

hotel Yowie Philadelphia, USA
Design e colori nelle camere del nuovo Yowie, boutique hotel nella vivace zona di South Street

Mangiare un cheesesteak tra le opere di Zagar al Jim’s South Street

Oggi le opere di Zagar decorano a sorpresa porzioni di muri sbrecciati, ingressi di minuscoli negozi vintage, anonimi parcheggi. L’ultimo atto di questo infinito work in progress si scopre al secondo piano del leggendario Jim’s South Street, indirizzo di culto che ha appena riaperto i battenti, rinnovato e ampliato.

I mosaici di Zagar fanno da cornice ai tavoli del primo piano, dove fermarsi per gustare il cheesesteak, la specialità culinaria locale, un soffice panino farcito con carne sfilacciata grondante di formaggio fuso.

Accanto, si scoprono nuovi indirizzi di tendenza, come lo Yowie Hotel, paradiso pop inaugurato da poco, firmato dalla designer Shannon Maldonado, con un bistrot sempre affollato da artisti e creativi.

A piedi nella tranquilla Society Hill

Spostandosi verso est, si attraversa la tranquilla Society Hill, un’infilata di eleganti casette d’epoca vittoriana e ristoranti blasonati come lo Zahav, uno dei migliori d’America secondo Travel+Leisure, dove è praticamente impossibile trovare posto. Inutile mettersi in lista d’attesa: meglio puntare sulla nuova apertura del patron Michael Solomonov, che ha inaugurato in centro lo Dizengoff, una versione più informale della stessa, raffinata cucina di ispirazione mediorientale.

Tra cannoli siciliani e tacos nell’Italian Market

Spingendosi ancora più a sud ci si ritrova tra le atmosfere retrò dell’Italian Market. “Questi banchi di legno sono gli stessi da dove, un secolo fa, si diffondevano lungo South 9th Street i profumi delle specialità alimentari vendute dagli emigranti italiani venuti fin qui in cerca di fortuna”, racconta Jacqueline Peccina Kelly, chef di origini abruzzesi cresciuta tra queste strade.

Per piccoli gruppi di gourmet organizza il tour StrEats of Philly, un viaggio alla scoperta di sapori tradizionali, come quelli custoditi dai fratelli Di Bruno, catena di successo che qui ha mantenuto intatta l’atmosfera del primo negozio, con il pavimento di assi di legno scricchiolanti e un bancone di delizie casearie. Si passa da Isgro per un assaggio di fragranti cannoli di ricotta…

Gustare il barbacoa della chef Martinez

…poi si banchetta con i tacos del South Philly Barbacoa, avvolti dal profumo del mais appena macinato.

Molto più di un locale, è il regno di Cristina Martinez, una delle figure più carismatiche della scena gastronomica locale. Arrivata negli Stati Uniti dal Messico senza documenti, oggi è una chef pluripremiata e un’attivista per i diritti degli immigrati.

“Cucino barbacoa da quando avevo sei anni”, racconta mentre serve personalmente agli ospiti del suo locale la deliziosa ricetta a base di agnello aromatizzato agli agrumi cotto a fuoco lento per una notte intera, seguendo le stesse tecniche che la sua famiglia utilizza da generazioni.

Philadelphia, Reading Terminal Market
L’ingresso del Reading Terminal Market, storica food hall con 80 banchi di specialità gastronomiche

Un salto al Reading Terminal Market

Per un tuffo tra sapori autentici, l’alternativa è il Reading Terminal Market, uno dei mercati più antichi d’America, in attività dal 1893.

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Tra parchi e giardini cittadini

Riserva meraviglie anche la zona occidentale, a partire da Rittenhouse Square, rigoglioso giardino in pieno centro. Il più grande, ma non certo l’unico.

Philadelphia, Love scultura di Robert Indiana, Love Park
La scultura Love dell’artista Robert Indiana, uno dei simboli di Philadelphia dal 1976, anno in cui venne installata.

Lungo Walnut Street si scoprono angoli verdi come il Walnut Garden, ex parcheggio convertito in romantico bistrot, o il silenzioso Collins Park, inaspettata oasi di pace nel cuore del Financial District, con uccellini cinguettanti, una cascatella d’acqua e le sculture di Christopher T. Ray.

 

Il simbolo di Philly: la scritta Love di Robert Indiana

Non sono che una delle tante opere d’arte pubblica che si incontrano in ogni angolo di Philadelphia. Anche se nessuna è più riconoscibile dall’iconica scritta Love di Robert Indiana, a due passi dal City Hall.

Philadelphia Museum of Art
L’ingresso del Philadelphia Museum of Art, il principale museo della città

I musei di Philadelphia

Da qui si imbocca il Museum Mile, da scoprire percorrendo a piedi il viale alberato che porta verso il Philadelphia Museum of Art. Un immenso tempio classicheggiante, famoso per le sue collezioni d’arte ma anche, più prosaicamente, per la scalinata degli allenamenti di Rocky, il pugile interpretato per il grande schermo da Sylvester Stallone.

Si raggiunge passando davanti alla Public Library istituita nel 1891 dal medico e filantropo William Pepper Jr., con un dipartimento di libri rari che include la raccolta dei manoscritti di Charles Dickens. Accanto, gli scenografici giardini del Museo Rodin fanno da specchio al cantiere dove sta sorgendo il Museo Calder che inaugurerà nel 2025.

La vera sorpresa, però, si scopre varcando la soglia della Fondazione Barnes, la più grande collezione privata al mondo di capolavori impressionisti.

Una raccolta da capogiro, con 181 tele di Renoir e 69 di Cézanne, più che in tutta la Francia, oltre a decine di Manet, Degas, Seurat (ma anche Matisse e Picasso). Erano la passione del medico Albert C. Barnes (1872-1951) che decise di investire così l’ingente ricchezza accumulata con il brevetto dell’antisettico che lo rese milionario. Un inno alla bellezza e alla cultura, ma anche alla condivisione. In piena sintonia con lo spirito di fratellanza di Philly.

Philadelphia, Boathouse Row, East Fairmount Park
le antiche rimesse per le barche di Boathouse Row, lungo le rive del fiume Schuylkill. Costruite nel XIX secolo, ancora oggi ospitano le sedi delle squadre di canottaggio universitario, come il Philadelphia Girls Rowing Club, fondato nel 1938

Cosa fare (assolutamente) al tramonto a Philadelphia

Le luci di Schuylkill

A fine giornata si può scegliere di concludere la passeggiata dirigendosi verso ovest, lungo le acque placide del fiume Schuylkill. Al buio, riflettono le lucine di Boathouse Row, la fila di rimesse per le barche costruite nel XIX secolo, ancora oggi sedi delle squadre di canottaggio universitario.

Seguendo la riva si raggiunge lo Schuylkill River Park, poi si attraversa il fiume per salire al Cira Green, scenografico urban garden sul tetto di un parcheggio con cinema all’aperto, prati per picnic e vista sui grattacieli del centro.

Arte e musica sul Delaware

Camminando verso est ci si ritrova in vista del fiume Delaware che segna il confine con il New Jersey. Ci si ferma per un aperitivo sulla terrazza del Cherry Street Pier, centro per le arti tra le ruvide architetture di quello che, un tempo, era il molo adibito al trasporto delle derrate di frutta.

Inaugurato cinque anni fa, ha avviato la rinascita del Waterfront, con il cantiere del Park at Penn’s Landing che trasformerà la zona portuale in un’immensa area verde. Accanto, i food truck dello Spruce Street Harbour Park fanno da cornice al prato in riva al fiume dove la sera si assiste alle esibizioni delle band locali.

Come arrivare a Philadelphia

L’aeroporto internazionale di Philadelphia (PHL) dista 13 chilometri dal centro della città. La durata del volo dall’Italia è di circa 8-10 ore, a seconda della rotta e degli scali. Voli diretti partono da Roma Fiumicino, mentre da Milano e Venezia occorre fare almeno uno scalo. Il collegamento viene effettuato dalle principali compagnie, come Delta, United Airlines e Lufthansa. Le tariffe in economy partono da 550 € a/r, quelle in business da 3.450 €.

In alternativa, si può volare su New York e poi prendere un treno. Dall’aeroporto di Newark partono treni diretti che in 1 ora arrivano alla 30th Street Station, la principale stazione ferroviaria di Philadelphia.

Info utili per organizzare il viaggio a Philadelphia

Le informazioni per organizzare un soggiorno a Philadelphia si trovano sul sito ufficiale del Philadelphia Convention and Visitors Bureau.

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