Perché pure Altman di OpenAi slurpa Trump
Sam Altman e gli altri nomi del settore tech americano lodano Trump perché non vogliono fare la guerra con la Casa Bianca: sono già troppo impegnati a farsela tra di loro
Sam Altman e gli altri nomi del settore tech americano lodano Trump perché non vogliono fare la guerra con la Casa Bianca: sono già troppo impegnati a farsela tra di loro
“Guardare il presidente degli Stati Uniti con più attenzione di recente ha davvero cambiato la mia prospettiva su di lui […]. Non sarò d’accordo con lui su tutto, ma credo che sarà incredibile per il paese sotto molti aspetti!”. Lo ha scritto su X Sam Altman, l’amministratore delegato della startup di intelligenza artificiale OpenAi, riferendosi a Donald Trump, il cui secondo mandato è iniziato lunedì 20 gennaio.
IL PROGETTO STARGATE DI OPENAI
Con una valutazione di circa 155 miliardi di dollari, OpenAi non ha le dimensioni di una Big Tech ma è comunque una delle aziende tecnologiche più importanti di questo periodo: ha sviluppato ChatGpt, il chatbot che per molti è diventato quasi un sinonimo di intelligenza artificiale generativa o un modello di paragone per i software simili.
Martedì OpenAi ha annunciato il progetto Stargate, una joint venture con SoftBank, Oracle e non solo dedicata agli investimenti nelle infrastrutture per l’intelligenza artificiale: la cifra iniziale è di 100 miliardi di dollari, ma la spesa totale potrebbe arrivare a 500 miliardi nel giro di quattro anni.
Il progetto Stargate è stato presentato da Altman, Masayoshi Son di SoftBank e Larry Ellison di Oracle assieme a Trump, molto soddisfatto per la cifra: “il nostro paese prospererà come mai prima d’ora”.
In total, before the end of my first full business day in Washington and the White House, we've already secured nearly $3 trillion of new investments in the United States. And probably, that's going to be six or seven by the end of the week. pic.twitter.com/O8e0AZYxGJ
— President Donald J. Trump (@POTUS) January 22, 2025
PERCHÉ GLI IMPRENDITORI TECNOLOGICI CORTEGGIANO TRUMP?
Il tweet con cui Altman racconta di essersi ricreduto su Trump e ne loda le capacità di guida degli Stati Uniti è l’ultimo esempio di imprenditore tecnologico americano che prova a ingraziarsi il nuovo presidente e più in generale il Partito repubblicano e gli ambienti conservatori. Alla cerimonia di insediamento di Trump c’erano Mark Zuckerberg (Meta), Jeff Bezos (Amazon, Blue Origin), Sundar Pichai (Google), Tim Cook (Apple) e ovviamente Elon Musk (Tesla, SpaceX, X), che guida il dipartimento dell’Efficienza governativa.
La decisione dell’industria tecnologica americana di schierarsi così nettamente – e forse anche così sfacciatamente – dalla parte di Trump può essere interpretata come un segno dei tempi. Ci troviamo infatti in un momento di cambio tecnologico, rappresentato dall’intelligenza artificiale generativa, e i prossimi anni saranno fondamentali per il buon posizionamento delle Big Tech in questo mercato. Non a caso tutte le grandi compagnie tecnologiche hanno investito grosse somme nei modelli linguistici di grandi dimensioni, nei microchip dedicati e nelle startup specializzate: Microsoft è la principale sostenitrice di OpenAi, per esempio, mentre Amazon e Google hanno puntato su Anthropic. Musk possiede direttamente una startup di intelligenza artificiale, chiamata xAi.
“Corteggiare” Trump – a parole, con la presenza fisica agli eventi e con gli annunci di investimento – è dunque, per gli imprenditori tecnologici, un modo per evitare di venire penalizzati da un presidente la cui vanità è cosa nota e soprattutto per approfittare quanto più possibile di un contesto di deregolamentazione che è favorevole all’innovazione e al business.
IL LITIGIO TRA MUSK E ALTMAN
I grandi nomi del comparto tech non vogliono assolutamente fare la guerra con la Casa Bianca perché sono già impegnati a farsela tra di loro. Basti pensare al commento di Musk al post dove OpenAi annunciava il progetto Stargate: “non hanno i soldi. SoftBank ha garantito ben meno di 10 miliardi di dollari. Lo so per certo”.
Gli ha risposto Altman: “è errato, come sicuramente saprai. Vuoi venire a visitare il primo sito già avviato? Mi rendo conto che ciò che è ottimo per il paese non è sempre ottimale per le tue aziende, ma nel tuo nuovo ruolo [al dipartimento dell’Efficienza governativa, ndr] spero che metterai al primo posto gli Stati Uniti”.
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