Mercati, Usa: inflazione core più bassa rispetto alle attese
Il Bureau of Labor Statistics ha pubblicato i dati sull’inflazione relativa al mese di dicembre negli Stati Uniti. L’indice dei prezzi al consumo (CPI) ha evidenziato, su base annuale, un rialzo del 2,9%, in linea con le attese del mercato. Su base mensile il CPI ha mostrato una variazione del +0,4% (aspettative fissate per un... Leggi tutto
Il Bureau of Labor Statistics ha pubblicato i dati sull’inflazione relativa al mese di dicembre negli Stati Uniti. L’indice dei prezzi al consumo (CPI) ha evidenziato, su base annuale, un rialzo del 2,9%, in linea con le attese del mercato. Su base mensile il CPI ha mostrato una variazione del +0,4% (aspettative fissate per un +0,3%). L’indice core (ovvero esclusi energetici ed alimentari) ha mostrato una crescita del 3,2% (previsioni del mercato al 3,3%). Su base mensile l’aumento dei prezzi core è stato pari allo 0,2%, inferiore alle stime del consensus (+0,3% m/m).
Dati core positivi, pressioni inflazionistiche non preoccupano (per il momento)
L’attenzione della comunità finanziaria era tutta rivolta alla pubblicazione del dato sull’inflazione che doveva essere significativo per capire se le pressioni inflazionistiche siano tornate su un nuovo sentiero rialzista che possa modificare le strategie della Fed.
Il dato di dicembre a nostro avviso è stato abbastanza positivo soprattutto per la parte “core” ovvero esclusi energetici e alimentari. Su base mensile la crescita dei prezzi core è la più bassa degli ultimi 5 mesi. Il dato generale è influenzato dall’aumento dei prezzi degli energetici.
Guardando al futuro non è da escludere che le pressioni inflazionistiche possano aumentare nel primo trimestre 2025 sulla scia di prezzi energetici elevati e delle politiche economiche portate avanti dall’amministrazione Trump.
La reazione mercati
La reazione è stata positiva sull’azionario (grazie anche alle ottime trimestrali del settore bancario). In calo sia le quotazioni del dollaro (euro/dollaro risalito a 1,0350) sia i rendimenti dei Treasuries (il rendimento del decennale è sceso al 4,67%).
Scenari per la Fed
Nel breve termine non esistono al momento le condizioni per procedere a un cambio nelle strategie monetarie da parte della Federal Reserve. Crediamo che sia altamente probabile che la FED possa continuare a monitorare l’andamento delle variabili macroeconomiche (in particolare inflazione, PIL e disoccupazione) e decidere nel corso dei prossimi mesi la direzione della politica monetaria. I tassi di interesse rimarranno sui livelli attuali per un prolungato periodo di tempo. Le nostre aspettative sono fissate per nessun taglio del costo del denaro da parte della FED per tutto il 2025.
A cura di Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia
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