Maretta al porto di Genova, Maersk Italia licenzia, delocalizza alle Filippine e assume l’Intelligenza artificiale

Durissimi i rappresentanti dei lavoratori in sciopero: «Nonostante il forte interesse per la Blue economy che sentiamo spesso citare, alcune aziende preferiscono spostare il lavoro in altri Paesi o addirittura affidarsi all'AI per risparmiare cifre irrisorie rispetto al loro fatturato»

Jan 22, 2025 - 17:02
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Maretta al porto di Genova, Maersk Italia licenzia, delocalizza alle Filippine e assume l’Intelligenza artificiale

Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti verso uno sciopero che potrebbe avere serie conseguenze nel porto di Genova, snodo cruciale a livello italiano ma anche e soprattutto europeo. «L’azienda – fanno sapere i rappresentanti dei lavoratori – non solo ha deciso di spostare alcune lavorazioni a Manila, nelle Filippine, ma ha anche sostituito parte delle mansioni finora svolte dai lavoratori della sede genovese con l’utilizzo dell’Intelligenza artificiale».

Le accuse dei sindacati a Maersk Italia

«Venerdì 17 gennaio – spiegano i sindacati – quattro lavoratori dipendenti della società Maersk Italia Spa del reparto Customer Service sono stati improvvisamente licenziati. Questi dipendenti si sono recati in ufficio, come ogni giorno, senza alcun sentore di quello che sarebbe accaduto di lì a poco; i loro responsabili li hanno infatti convocati in mattinata per un ‘meeting sulla performance’, durante il quale hanno ricevuto le lettere di licenziamento e l’intimazione di riconsegnare il pc aziendale e andare immediatamente a casa.»

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Il porto di Genova. Crediti: Andrea Brunelli

«In questo modo un’azienda con un fatturato da capogiro, si parla di un utile netto di 208 milioni di euro per il primo trimestre 2024) decide di risparmiare sulle spalle dei lavoratori – prosegue la nota –. Da parte dell’azienda non c’è stata alcuna volontà di trovare una ricollocazione per questi lavoratori presso un altro reparto, o quantomeno di affrontare in anticipo il problema», scrivono le sigle sindacali.

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«Senza alcun preavviso o comunicazione, hanno semplicemente deciso di lasciare a casa da un giorno all’altro persone con anzianità di servizio di oltre 25 anni, senza alcuna remora o rispetto per la dignità delle persone coinvolte, che pochi giorni prima avevano addirittura ricevuto un encomio per l’anzianità di servizio maturata in Maersk», viene sottolineato.

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Il porto di Genova. Crediti: Andrea Brunelli

Per questo motivo le organizzazioni sindacali hanno protestato quest’oggi davanti alla sede di via Magazzini del Cotone 17, chiedendo il reintegro immediato dei quattro lavoratori. «Purtroppo – concludono i sindacati –, nonostante il forte interesse per la blue economy che sentiamo spesso citare, alcune aziende preferiscono spostare il lavoro in altri Paesi, che hanno retribuzioni e diritti normativi inferiori ai nostri, o addirittura affidarsi all’IA, per risparmiare cifre irrisorie rispetto al loro fatturato, andando così a impoverire il tessuto economico del nostro territorio».

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