Giorgia: “Sanremo 2025 non era nei programmi, la mia vittoria sarà fare bene la canzone”
Giorgia, La cura per me: incontro con la stampa in occasione di Sanremo 2025 Non tornava in gara da più di vent’anni ma, negli ultimi due anni, Giorgia si è messa in gioco per ben due volte: una del 2023 e la prossima tra poco meno di un mese al prossimo Festival di Sanremo 2025. In un […] L'articolo Giorgia: “Sanremo 2025 non era nei programmi, la mia vittoria sarà fare bene la canzone” proviene da All Music Italia.
Giorgia, La cura per me: incontro con la stampa in occasione di Sanremo 2025
Non tornava in gara da più di vent’anni ma, negli ultimi due anni, Giorgia si è messa in gioco per ben due volte: una del 2023 e la prossima tra poco meno di un mese al prossimo Festival di Sanremo 2025.
In un ampio open space circondato da led in cui la stampa è stata accolta, Giorgia racconta tutte le sue emozioni e le sensazioni di questa nuova avventura che si appresta a vivere con La cura per me, il brano che porterà al prossimo Sanremo. È spontanea come suo solito, ma anche molto lucida quando si tratta di ripercorrere il suo percorso musicale che quest’anno celebra i 30 anni dalla vittoria del Festival di Sanremo 1995 con Come Saprei.
Giorgia ammette fin da subito che «forse era il caso di festeggiare questi trent’anni» e lo fa con un tour in partenza il prossimo autunno nei palazzetti e anticipato da tre date speciali quest’estate alle Terme di Caracalla di Roma, al Teatro Greco di Siracusa e alla Reggia di Caserta.
SANREMO 2025: GIORGIA, “LA CURA PER ME”
Fin da subito, Giorgia sottolinea le sensazioni positive che ha ricevuto in questi giorni dopo il primo ascolto dei brani sanremesi lo scorso lunedì (qui per le nostre pagelle), ma il suo obiettivo non è la vittoria:
«Sanremo lo devono vincere i ragazzi, io voglio fare una cosa fatta bene per me e per chi ci lavora. La mia gara è riuscire a fare questo e la vittoria è fare bene la canzone, il resto è tutto un più. Sanremo ti può far bene anche quando non vinci se vissuto bene e il progetto è costruito bene»
Tra i giornalisti che hanno ascoltato il brano insieme a Carlo Conti, c’è qualcuno che ha notato un cambiamento nello stile del brano rispetto a Parole dette male nel 2023. Giorgia annuisce, rispondendo che le piace confrontarsi con la musica che cambia e dalla quale prende ispirazione:
«Il brano lo sento mio perché ho lavorato sulla melodia. Trovo più difficile cantare un brano con una scrittura più moderna rispetto ad un’apertura sulle note. Questa canzone ha entrambi i lati: quello che sono e quello che vorrei essere, mette insieme le due cose»
«La ricerca delle parole in questo momento è complicato rispetto a trent’anni fa perché quando si cresce e si parla di un sentimento, le parole devono appartenerti. È un testo che da donna sento molto mio, avrei voluto scriverlo. La cura che cerchiamo all’esterno, tipico della nostra società, in realtà la dobbiamo cercare dentro di noi, noi dobbiamo imparare l’amore perché altrimenti amiamo per colmare un vuoto»
La cura per me porta la firma di Blanco e la produzione di Michelangelo e sorge spontaneo chiedersi cosa ha convinto Giorgia nell’affidarsi a due giovani e cosa le piace del loro modo di fare musica, ricollegandosi al discorso della ricerca musicale:
«Il grosso del brano è stato scritto da Blanco e mi stupisce la sua consapevolezza. Nel lavoro fatto da lui trovo una classicità che non ti aspetti da due ragazzi, ma te lo aspetti da due musicisti. Blanco ha talento e sensibilità nello scrivere, soprattutto questo pezzo. Nella parte musicale ho trovato armonie più classiche di quello che mi aspettavo. La strofa è più contemporanea ma l’inciso è più anni Novanta»
«Mi piace confrontarmi con la musica che cambia perché è una fonte di ispirazione. Ho cercato di non ripetermi e fare le stesse cose perché la ricerca musicale è linfa, non bisogna fermarsi nella creatività. Trovo cose nella musica nuova che mi appartengono»
La sua scelta della canzone e di tornare in gara non erano nei programmi, ma “è colpa della canzone”:
«Andare a Sanremo non era nei programmi. La ricerca delle canzoni per il disco va avanti da mesi, ne ho provate già tante e ne proveremo altre e di diverse. Quando è arrivata La cura per me ci siamo chiesti cosa fare perché ci è subito sembrata importante. La cosa automatica è stata dire “la mandiamo a Carlo (Conti, ndr)”. Mi sono anche fatta trasportare dalla canzone, è un po’ colpa sua»
«Anche con Slait avevamo capito che fosse il momento di farlo. Per l’anno che ho fatto, andare in gara è un’esperienza musicale piuttosto che una gara. Il bello di non avere vent’anni è il poter vivere il Festival con la consapevolezza di poter fare un buon lavoro»
«Anche due anni fa non volevo andarci, ma era la prima cosa ufficiale post Covid che ho fatto. Mi sono ritrovata sul palco come una bambina. Devo a quel Sanremo la capacità di essere tornata in pace con me stessa. Ho ritrovato la scintilla che credevo di aver perso e l’ho ritrovata dove tutto è nato e in una settimana difficile. Se non fossi andata a Sanremo, forse sarei ancora a casa a capire cosa fare»
Come anticipato prima, Giorgia ha annunciato di star lavorando al disco in uscita prossimamente ma che «se fosse per me, non uscirei mai perché non sono mai pronta. Mi sto affidando molto alla guida di Slait, soprattutto musicalmente».
In chiusura, la voce passa ai millennials presenti in sala, i quali sono curiosi di sapere se La cura per me possa avere il potenziale per diventare un nuovo inno generazionale come tante altre sue canzoni:
«Prima di morire voglio una nuova canzone che resta, spero che sia questa, però se non lo sarà continueremo a cercare. I Sanremo degli anni Novanta erano diversi, quindi non mi rendevo conto che stavamo cantando cose che ci saremmo portati avanti per trent’anni e sarebbero diventati un accompagnamento per le nuove generazioni. Mi piacerebbe che fosse un’altra canzone da non lasciare fuori dalle scalette»
Foto di copertina di Paolo Santambrogio
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