La California usa i detenuti per spegnere gli incendi (e li paga poco)
La statuetta degli oscar è ancora lì, avvolta dalla cenere. Tutto intorno un cumulo di macerie e distruzione. Los Angeles continua a bruciare e il numero delle vittime adesso sale a 25. E i prossimi giorni potranno essere peggiori dei precedenti. È il servizio meteorologico statunitense a lanciare l’allarme: >. Le fiamme non risparmiano neanche le ville dei vip di Hollywood, mentre la polizia ha ingaggiato una vera e propria lotta per contrastare gli sciacalli. A quanto riporta il quotidiano Los Angeles Time, tre uomini sono finiti sotto processo per aver rubato oggetti di valore pari 200mila dollari, approfittando della evacuazione di migliaia di persone dalle proprie abitazioni. Tuttavia, a divampare è soprattutto la polemica politica:Gavin Newscum (letteralmente Gavin la feccia) dovrebbe dimettersi. È tutta colpa sua>>, ha sentenziato Donald Trump sul social Truth. Secondo il presidente in pectore, l’errore imperdonabile del governatore della California sarebbe stato quello di >, lasciando completamente a secco di acqua le aree più colpite. Newsom ha rispedito le accuse al mittente e punta il dito sul cambiamento climatico.Nelle ultime ore, però, la diatriba si è spostata sulla carenza dei soccorritori; il fronte conservatore americano non ha dubbi, gran parte delle responsabilità ricadrebbero su Kristin Cowley, capa dei vigili del fuco di Los Angeles, prima donna della comunità Lgbtq a ricoprire un simile ruolo. >, ha scritto su X l’attore James Woods, fervente sostenitore di Trump. A dare manforte a questa tesi ci ha pensato anche Elon Musk, condividendo post di account critici dell’amministrazione democratica e ottenendo in poche ore milioni di visualizzazioni. Ma al di là delle politiche arcobaleno, la California torna a far parlare di sé per un’altra scelta discutibile: utilizzare oltre 900 detenuti per spegnere gli incendi. La decisione, riportata in gran parte dei media occidentali, ha dato vita a non poche perplessità. Il problema principale? La retribuzione dei prigionieri. In un lungo approfondimento il New York Times mette in mostra come i volontari siano pagati solo dieci dollari al giorno per un intero turno di 24 ore. Cifre di gran lunga al di sotto del salario minimo in California, che si attesta sui 16 dollari l’ora, tanto che molti gridano allo sfruttamento. Tale prassi, in realtà, non è vietata e si basa su un accordo consensuale tra la struttura carceraria e i detenuti. Insomma, al programma si partecipa in modo volontario dopo aver soddisfatto una serie di requisiti, tra cui la idoneità fisica e mentale per svolgere attività intense. Gli aderenti, inoltre, non possono essere stati condannati per stupro e altri reati sessuali, e soprattutto devono dimostrare di mantenere una buona condotta anche dietro le sbarre. Viene prevista anche una formazione di quattro giorni sul campo. Eppure, si moltiplicano le voci di coloro che vedono nel programma qualcosa di eticamente inaccettabile, non solo per le paghe basse ma anche per la questione relativa alla incolumità dei partecipanti. Come lamentano gli stessi detenuti al New York Times, spesso non vengono garantite misure adeguate di sicurezza durante gli interventi, mentre l’avvio di una carriera professionale dopo il periodo di carcerazione rimane per lo più un miraggio. Con la città di Los Angeles ancora in ginocchio, avere più manodopera risulta decisivo, dal momento che le condizioni metereologiche non faranno che peggiorare nei prossimi giorni. In questo senso, la California paga anche anni di appiattimento totale sull’ideologia green, sostenuta in particolar modo dalle élite liberal. Tornano così alla mente le parole del poeta tedesco Bertol Brecht: >. Oggi risuonano come una beffa.
La statuetta degli oscar è ancora lì, avvolta dalla cenere. Tutto intorno un cumulo di macerie e distruzione. Los Angeles continua a bruciare e il numero delle vittime adesso sale a 25. E i prossimi giorni potranno essere peggiori dei precedenti. È il servizio meteorologico statunitense a lanciare l’allarme: >. Le fiamme non risparmiano neanche le ville dei vip di Hollywood, mentre la polizia ha ingaggiato una vera e propria lotta per contrastare gli sciacalli. A quanto riporta il quotidiano Los Angeles Time, tre uomini sono finiti sotto processo per aver rubato oggetti di valore pari 200mila dollari, approfittando della evacuazione di migliaia di persone dalle proprie abitazioni. Tuttavia, a divampare è soprattutto la polemica politica:Gavin Newscum (letteralmente Gavin la feccia) dovrebbe dimettersi. È tutta colpa sua>>, ha sentenziato Donald Trump sul social Truth. Secondo il presidente in pectore, l’errore imperdonabile del governatore della California sarebbe stato quello di >, lasciando completamente a secco di acqua le aree più colpite. Newsom ha rispedito le accuse al mittente e punta il dito sul cambiamento climatico.
Nelle ultime ore, però, la diatriba si è spostata sulla carenza dei soccorritori; il fronte conservatore americano non ha dubbi, gran parte delle responsabilità ricadrebbero su Kristin Cowley, capa dei vigili del fuco di Los Angeles, prima donna della comunità Lgbtq a ricoprire un simile ruolo. >, ha scritto su X l’attore James Woods, fervente sostenitore di Trump. A dare manforte a questa tesi ci ha pensato anche Elon Musk, condividendo post di account critici dell’amministrazione democratica e ottenendo in poche ore milioni di visualizzazioni. Ma al di là delle politiche arcobaleno, la California torna a far parlare di sé per un’altra scelta discutibile: utilizzare oltre 900 detenuti per spegnere gli incendi. La decisione, riportata in gran parte dei media occidentali, ha dato vita a non poche perplessità. Il problema principale? La retribuzione dei prigionieri. In un lungo approfondimento il New York Times mette in mostra come i volontari siano pagati solo dieci dollari al giorno per un intero turno di 24 ore. Cifre di gran lunga al di sotto del salario minimo in California, che si attesta sui 16 dollari l’ora, tanto che molti gridano allo sfruttamento.
Tale prassi, in realtà, non è vietata e si basa su un accordo consensuale tra la struttura carceraria e i detenuti. Insomma, al programma si partecipa in modo volontario dopo aver soddisfatto una serie di requisiti, tra cui la idoneità fisica e mentale per svolgere attività intense. Gli aderenti, inoltre, non possono essere stati condannati per stupro e altri reati sessuali, e soprattutto devono dimostrare di mantenere una buona condotta anche dietro le sbarre. Viene prevista anche una formazione di quattro giorni sul campo. Eppure, si moltiplicano le voci di coloro che vedono nel programma qualcosa di eticamente inaccettabile, non solo per le paghe basse ma anche per la questione relativa alla incolumità dei partecipanti. Come lamentano gli stessi detenuti al New York Times, spesso non vengono garantite misure adeguate di sicurezza durante gli interventi, mentre l’avvio di una carriera professionale dopo il periodo di carcerazione rimane per lo più un miraggio. Con la città di Los Angeles ancora in ginocchio, avere più manodopera risulta decisivo, dal momento che le condizioni metereologiche non faranno che peggiorare nei prossimi giorni. In questo senso, la California paga anche anni di appiattimento totale sull’ideologia green, sostenuta in particolar modo dalle élite liberal. Tornano così alla mente le parole del poeta tedesco Bertol Brecht: >. Oggi risuonano come una beffa.
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