Così la Russia continua a gasare l’Europa con il Gnl
La Spagna riceve una metaniera contenente Gnl russo e proveniente da un impianto sanzionato la settimana scorsa dagli Stati Uniti. L'Unione europea fatica a distaccarsi dalla Russia, ma la Polonia (e non solo) chiede la messa al bando di questo commercio. Tutti i dettagli.
La Spagna riceve una metaniera contenente Gnl russo e proveniente da un impianto sanzionato la settimana scorsa dagli Stati Uniti. L’Unione europea fatica a distaccarsi dalla Russia, ma la Polonia (e non solo) chiede la messa al bando di questo commercio. Tutti i dettagli
Al terminale per l’importazione di gas liquefatto nel porto di Huelva, in Spagna, è attraccata una metaniera che trasporta combustibile russo. La nave, chiamata Cool Rover, è stata infatti caricata di Gnl il mese scorso nell’impianto Portovaya di Gazprom, situato nella Russia nordoccidentale; impianto che però è stato sanzionato dagli Stati Uniti.
LE NUOVE SANZIONI AMERICANE
Il 10 gennaio, infatti, l’amministrazione di Joe Biden ha imposto nuove e vaste sanzioni sul settore energetico russo con l’obiettivo di privare il paese di una fonte importantissima di entrate. Sono state colpite più di centottanta imbarcazioni utilizzate per le esportazioni di combustili fossili, le società Gazprom Neft e Surgutneftegas, decine di trader e di fornitori di servizi petroliferi e diversi progetti sul greggio e sul Gnl: tra questi ultimi, appunto, c’era anche Portovaya.
Considerato però che le sanzioni entreranno in vigore il 27 febbraio prossimo, la Cool Rover ha potuto sfruttare questo lasso di tempo per arrivare in Spagna.
L’UE FATICA A DISTACCARSI DAL GAS RUSSO
La notizia racconta le difficoltà dell’Unione europea di distaccarsi dall’energia russa a quasi tre anni dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina. Prima della guerra, infatti, la Russia era la maggiore fornitrice di gas dell’Unione, fornendo circa 155 miliardi di metri cubi all’anno; nel 2023, invece, le importazioni russe sono ammontate a 42,9 miliardi di metri cubi, tra tubi e Gnl: il calo è significativo, ma Mosca resta comunque una fornitrice rilevantissima per il blocco.
– Leggi anche: Gas, tutti gli effetti sulla Russia dello stop all’accordo con l’Ucraina
IMPORTAZIONI RECORD DI GNL
Nel 2024, peraltro, l’Unione europea ha importato quantità record di Gnl dalla Russia: oltre 16,5 milioni di tonnellate, un volume superiore sia a quello del 2023 (15,1 milioni di tonnellate) che del 2022 (15,2 milioni).
Il paese dell’Unione europea che acquista più Gnl dalla Russia è la Francia, i cui volumi di importazioni sono quasi raddoppiati rispetto al 2023. Al secondo posto nella classifica ci sono invece i Paesi Bassi: c’entra il fatto che il porto di Zeebrugge è uno dei pochi punti di trasbordo del combustibile liquefatto russo sul continente. Anche la Spagna è una delle importatrici principali.
CHI SPINGE PER LA MESSA AL BANDO DEL GNL RUSSO
Allo stesso tempo, un gruppo di dieci paesi europei – Polonia, Estonia, Lettonia, Lituania, Danimarca, Svezia, Finlandia, Repubblica ceca, Romania e Irlanda – sta invece premendo sulla Commissione affinché applichi misure più restrittive sul commercio di Gnl russo.
“La capacità della Russia di sostenere i suoi sforzi bellici è legata profondamente alle sue entrate energetiche”, si legge nel documento redatto dai dieci paesi e visionato da Politico. “Dobbiamo fare un ulteriore passo avanti e affrontare il problema delle crescenti importazioni di gas naturale liquefatto russo. Come obiettivo finale, è necessario vietare l’importazione di gas e Gnl russo il prima possibile”.
I dati di Kpler dicono che dall’inizio del 2025 l’Unione europea ha importato 472.000 tonnellate di Gnl russo, un volume decisamente superiore alla media del periodo precedente alla guerra in Ucraina.
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