Alaska, la nuova geografia di Donald Trump. Il Denali ridiventa McKinley
Dieci anni fa, in omaggio gli indiani dell’Alaska, Barack Obama aveva ribattezzato Denali la cima più alta del Nordamerica. Ora Trump lo dedica nuovamente a William McKinley, un presidente noto per i dazi e le guerre, e ucciso in un attentato nel 1901 L'articolo Alaska, la nuova geografia di Donald Trump. Il Denali ridiventa McKinley proviene da Montagna.TV.
Un omaggio al presidente delle guerre e dei dazi o un ritorno alla supremazia dell’uomo bianco nella geografia? Si può leggere in entrambi i modi uno dei provvedimenti che Donald Trump, neo-presidente degli Stati Uniti d’America, ha firmato dopo il suo giuramento del 20 gennaio a Capitol Hill.
La montagna più alta dell’Alaska, degli USA e del Nordamerica, che tocca i 6190 metri, è una delle mete più celebri per gli alpinisti di tutto il mondo, e fa parte della collezione delle Seven Summits. Tra gli exploit firmati da italiani spiccano la prima salita della parete Sud, compiuta dai Ragni di Lecco nel 1961 e la della “Ridge of No Return” superata da Renato Casarotto nel 1984.
Per secoli gli indiani Koyukon, che vivevano ai suoi piedi, lo hanno indicato come Dinale o Denali, che nella loro lingua significava “alto”. L’Alaska fu venduto dalla Russia agli Stati Uniti nel 1867, alla fine dell’Ottocento iniziarono i tentativi di salita, la prima ascensione risale al 1913.
Diciassette anni prima, nel 1896, un cercatore d’oro aveva utilizzato rocce e ghiacci dell’Alaska come uno strumento di propaganda nella campagna elettorale per la Casa Bianca. Propose di dedicare la cima a William McKinley, il candidato repubblicano, un avvocato nato nel piattissimo Ohio.
L’abbinamento con la grande vetta dell’Alaska portò fortuna, e McKinley diventò il 25° presidente degli USA. Il nome fu riconosciuto ufficialmente nel 1917, per volere di Thomas Woodrow Wilson, il presidente che portò gli Stati Uniti nella Prima Guerra Mondiale.
La sensibilità degli esseri umani cambia, e negli ultimi decenni una parte dei nomi geografici attribuiti dai colonialisti bianchi a città, vette, mari e fiumi ha iniziato a venire sostituita da toponimi legati alla storia e alla gente del posto. Calcutta è ridiventata Kolkata, e Bombay per gli indiani di oggi è Mumbai.
La cima più alta della Terra, anche se i nepalesi lo chiamano Sagarmatha e i tibetani chiamano Chomolungma conserva il nome del topografo gallese George Everest.
Ha cambiato nome, invece, la vetta più alta del Kilimanjaro e dell’Africa, che i primi salitori (un austriaco e un tedesco) nel 1879 avevano battezzato Kaiser Wilhelm Spitze, e che dopo il passaggio del Tanganyika all’Impero britannico aveva mantenuto quel nome germanico. Il nuovo nome Uhuru, “Libertà” arrivò solo nel 1964 con l’indipendenza della Tanzania.
La scelta di ribattezzare Denali sia il Mount McKinley sia il magnifico Parco nazionale che lo circonda, riconoscendo la presenza secolare degli indiani (Native Americans in linguaggio politicamente corretto) è stata presa nel 1975 dallo Stato dell’Alaska. Nel 2015 è arrivata la ratifica del Governo di Washington, sotto la presidenza di Barack Obama.
Ora, insieme all’uscita degli USA dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ai provvedimenti contro gli immigrati clandestini e alle minacce contro la Groenlandia e Panama, arriva la decisione di cambiare linea anche in Alaska, rimettendo William McKinley sul suo piedistallo di 6190 metri di quota.
Prima che un attacco agli indiani Koyukon, la decisione di Trump sembra essere stata dettata da un’identificazione politica con McKinley, definito “un presidente che contribuì a rendere grande l’America”.
L’avvocato (ed ex-militare) dell’Ohio rilanciò l’economia degli States con una politica commerciale basata sul protezionismo e sui dazi. Fu anche un militarista e un espansionista, vincendo la guerra con la Spagna e ottenendo il controllo di Cuba, di Portorico e delle Filippine. Un programma che somiglia molto a quello enunciato lunedì da Donald Trump.
Se si bada alla scaramanzia, però, identificarsi troppo con William McKinley, però, non è consigliato al 47° inquilino della Casa Bianca. Pochi mesi dopo essere stato eletto per la seconda volta presidente nel 1900, McKinley venne ferito a Buffalo, nello Stato di New York, da un anarchico polacco il 6 settembre del 1901.
Morì una settimana più tardi, e a prendere il suo posto fu il vicepresidente Theodore Roosevelt, che avviò i lavori per lo scavo del canale di Panama. Guarda caso, è un’altra ossessione geopolitica di Donald Trump.
L'articolo Alaska, la nuova geografia di Donald Trump. Il Denali ridiventa McKinley proviene da Montagna.TV.
What's Your Reaction?