Gaza, c’è l’accordo su cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi. L’annuncio del Qatar: quando inizierà la tregua

Dopo l’ennesima notte di negoziati in Qatar, la tregua tra Hamas e Israele è arrivata. La Casa Bianca conferma, mentre Trump esulta: «Accordo epico» L'articolo Gaza, c’è l’accordo su cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi. L’annuncio del Qatar: quando inizierà la tregua proviene da Open.

Jan 15, 2025 - 20:42
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Gaza, c’è l’accordo su cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi. L’annuncio del Qatar: quando inizierà la tregua

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C’è l’accordo per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. In serata è arrivata l’ufficialità con la conferenza stampa del premier premier del Qatar al-Thani che ha definito alcuni dettagli dell’intesa tra Hamas e Israele, mediata da Usa, Qatar ed Egitto. A cominciare dalla data dell’inizio della tregua: domenica 19 gennaio 2025. Nella prima fase «verranno rilasciati 33 ostaggi israeliani», conferma il premier. Il primo a dare la notizia della tregua è il presidente eletto Donald Trump, che si è preso il merito del cessate il fuoco. «Questo epico accordo avrebbe potuto realizzarsi solo in seguito alla nostra storica vittoria di novembre, poiché ha segnalato al mondo intero che la mia amministrazione avrebbe cercato la pace e negoziato accordi per garantire la sicurezza di tutti gli americani e dei nostri alleati».

Nonostante la “soffiata” di The Donald ancora prima della conferma, dietro l’accordo raggiunto c’è un lungo, paziente e infaticabile lavoro diplomatico dell’amministrazione di Biden, che ha messo a dura prova i rapporti tra Usa e Israele e che i democratici hanno pagato in termini elettorali, con proteste di manifestanti pro Gaza che inseguono anche oggi i loro leader accusandoli di genocidio. «Oggi, dopo molti mesi di intensa diplomazia da parte degli Stati Uniti, insieme a Egitto e Qatar, Israele e Hamas hanno raggiunto un cessate il fuoco e un accordo sugli ostaggi. Questo accordo fermerà i combattimenti a Gaza, aumenterà l’assistenza umanitaria tanto necessaria ai civili palestinesi e riunirà gli ostaggi alle loro famiglie dopo oltre 15 mesi di prigionia», la nota del presidente Usa.

I festeggiamenti sulla Striscia

Nell’enclave palestinese – nonostante le raccomandazioni del partito-milizia che invitava ai residenti di non muoversi fino all’inizio ufficiale del cessate il fuoco – migliaia di persone sono scese in strada per festeggiare. Una tregua che la popolazione attendeva con ansia ma che in molti temevano non arrivasse neanche stavolta. Poi è esplosa la gioia, e la voglia di tornare alle proprie case, anche se distrutte.

L’accordo per un cessate il fuoco, mediato da Usa, Qatar ed Egitto, che consentirà la liberazione di decine di ostaggi israeliani in cambio di centinaia di detenuti palestinesi era stato approvato «in linea di principio» dal leader de facto di Hamas sulla Striscia, Muhammad Sinwar, fratello del defunto Yahya. Lo ha reso noto in mattinata il Wall Street Journal. Mentre ieri, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu – incontrando il Forum delle famiglie – aveva dato di fatto per scontata l’intesa. «Israele controllerà attentamente il rispetto dell’accordo da parte di Hamas e ogni violazione sarà contrastata con una risposta mai vista prima dal movimento islamista», aveva detto, citato dai media di Tel Aviv. Dopo l’ennesima notte di negoziati aperti in Qatar, mancavano pochi «dettagli»: una delle questioni principali che doveva essere ancora definita riguardava i parametri esatti del ritiro delle Idf da Gaza, scriveva il Times of Israel.

Cosa succede ora?

L’accordo prevede una tregua prolungata in tre fasi. La prima, come confermato da al-Thani, durerà sei settimane (42 giorni), durante le quali Hamas libererà 33 ostaggi in cambio della scarcerazione di diversi prigionieri palestinesi. Tra gli ostaggi che verranno rilasciati da Hamas ci sono donne, bambini, anziani e altri civili feriti o malati, ma anche 5 soldatesse. In cambio, Israele accetta di sospendere le attività militari, avviare il ritiro dell’Idf dalle città della Striscia, molte delle quali rase al suolo dai bombardamenti delle truppe israeliane, e di liberare centinaia di detenuti palestinesi. A Gaza, stando all’accordo, entrerebbero anche volumi accresciuti di aiuti umanitari (600 camion al giorno). Nella seconda fase dell’accordo l’esercito dovrebbe completare il ritiro da Gaza in cambio del rilascio da parte di Hamas di tutti gli altri ostaggi. Ma i dettagli sull’implementazione di questa seconda fase verrebbero discussi solo a partire dal 16esimo giorno dal cessate il fuoco, lasciando un notevole margine d’incertezza. Se tutto funzionerà, nella terza fase dell’accordo si affronterebbe il nodo – delicatissimo – del futuro governo della Striscia di Gaza, incluso il destino dei capi di Hamas. In conferenza stampa Biden ha spiegato che se le negoziazioni dovessero durare più di 6 settimane, il cessate il fuoco di conseguenza proseguirà alle medesime condizioni.

Anp: «Inaccettabile che qualcuno amministri Gaza tranne noi»

Il primo ministro dell’Autorità nazionale palestinese Mohammad Mustafa, durante la sua visita in Norvegia, ha affermato che «non sarà accettabile» che in futuro la Striscia di Gaza venga amministrata da nessun’altra entità diversa dall’Anp. La Norvegia è uno dei tre Paesi europei che hanno formalmente riconosciuto lo Stato palestinese a maggio. «Mentre aspettiamo il cessate il fuoco, è importante sottolineare che non sarà accettabile che nessuna entità governi la Striscia di Gaza se non la legittima leadership palestinese e il governo dello Stato di Palestina», ha detto Mustafa, aggiungendo che «qualsiasi tentativo di consolidare la separazione tra la Cisgiordania e la Striscia di Gaza, o di creare entità transitorie, sarà respinto».

Foto copertina: ANSA / MOHAMMED SABER

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