Cosa prevede l’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas

Il 15 gennaio Israele e Hamas hanno raggiunto un accordo di cessate il fuoco dopo 15 mesi. Dovrebbe entrare in vigore il 19 gennaio, ma Israele già vacilla.

Jan 16, 2025 - 14:19
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Cosa prevede l’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas
  • L’accordo è strutturato in tre fasi e arriva dopo 15 mesi di guerra su Gaza e un genocidio costato la vita a oltre 46mila palestinesi.
  • La prima fase prevede la liberazione di 33 ostaggi israeliani, l’ingresso di aiuti umanitari e il ritiro parziale delle truppe israeliane.
  • Le fasi successive saranno negoziate nel corso delle prossime settimane e dovrebbero portare al ritiro totale di Israele da Gaza.

Dal 19 gennaio nella Striscia di Gaza dovrebbe entrare in vigore il cessate il fuoco. Dopo un lavoro diplomatico andato avanti per mesi, il 15 gennaio Israele e Hamas hanno raggiunto un accordo in Qatar mediato dal paese del Golfo, dagli Stati Uniti e dall’Egitto. Per l’ufficialità serve l’approvazione del gabinetto di guerra e del governo di Israele, con il premier Benjamin Netanyahu che ha già sollevato alcuni dubbi accusando Hamas di aver posto dei requisiti supplementari. 

L’accordo prevede una prima fase della durata di 42 giorni durante la quale Hamas libererà 33 ostaggi, mentre Israele libererà centinaia di prigionieri palestinesi che si trovano nelle sue carceri, ritirerà le truppe dalle aree più densamente abitate della Striscia di Gaza, permetterà ai civili di tornare nel Nord e consentirà a un numero adeguato di camion che trasportano aiuti umanitari di entrare nel territorio palestinese. Il ritiro totale delle truppe israeliane dalla Striscia avverrà poi in una seconda fase, durante la quale Hamas rilascerà gli altri ostaggi, quelli militari.

Il cessate il fuoco arriva dopo 15 mesi di bombardamenti israeliani e un genocidio che ha ucciso oltre 46mila palestinesi.

Un lungo lavoro diplomatico

Il presidente degli Stati Uniti uscente, Joe Biden, ha detto che il piano di cessate il fuoco accettato da Israele e Hamas era in discussione tra le parti dal maggio scorso. Un lunghissimo lavoro diplomatico, che è stato mediato soprattutto nelle ultime sue fasi dal Qatar, dove sono avvenuti i negoziati, ma anche dall’Egitto e dagli stessi Stati Uniti. E che si è sbloccato anche per l’arrivo alla Casa Bianca di Donald Trump, che ha reso più accettabile per Israele fare concessioni sul dossier palestinese.

Mercoledì sera il primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman al-Thani, ha annunciato il buon esito dei negoziati, conferma poi arrivata anche dagli Stati Uniti e da Hamas, mentre per Israele resta l’ultimo step dell’approvazione da parte del gabinetto di sicurezza e del governo. In teoria non dovrebbero esserci problemi perché la maggioranza è solida, per quanto i due ministri più estremisti dell’esecutivo, Bezalel Smotrich e Itamar Ben-Gvir, abbiano contestato l’accordo e potrebbero dimettersi una volta che verrà ufficialmente approvato. Ma nella mattinata del 16 gennaio il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato che c’è stata una “crisi dell’ultimo minuto” sull’accordo, accusando Hamas di essere tornata indietro su alcuni punti e rinviando l’approvazione del testo al ricevimento di rassicurazioni da parte di Qatar e Stati Uniti.

Cosa prevede l’accordo tra Israele e Hamas

L’accordo è strutturato in diverse fasi. Una prima fase, che inizierà il 19 gennaio, prevede il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza per 42 giorni. In questo periodo Hamas rilascerà 33 degli ostaggi israeliani nelle sue mani, in particolare donne, minori e anziani. Israele libererà invece circa mille palestinesi imprigionati nelle sue carceri, tra cui alcuni condannati a morte.