Sull’Everest in tre giorni grazie allo Xenon. E’ doping, ma nessuno sanziona agli alpinisti
Il raro (e carissimo) gas nobile aiuta ad acclimatarsi. Alle Olimpiadi è considerato doping ma “l’alpinismo non è uno sport organizzato”, ribatte Lukas Furtenbach, la guida austriaca che ha lanciato la novità. Tra i primi clienti perfino un ministro inglese L'articolo Sull’Everest in tre giorni grazie allo Xenon. E’ doping, ma nessuno sanziona agli alpinisti proviene da Montagna.TV.
“Mi piacerebbe partire da casa un lunedì mattina, essere in cima all’Everest giovedì sera e tornare a casa in tempo per il pranzo del sabato”. A dirlo pochi giorni fa, in un’intervista all’autorevole Financial Times, è stato Garth Miller, 51 anni e due figli piccoli, di nazionalità britannica e di professione pilota.
Non è uno sprovveduto, Garth Miller. Ha iniziato a fare alpinismo in Himalaya più di vent’anni fa quando era un giovane ufficiale dei Gurkha, ha preso gusto alla velocità ad alta quota nel 2022, salendo l’Everest il Lhotse in soli 21 giorni da casa a casa.
E’ stato lui a trovare altri tre componenti del gruppo come Kevin Godlington e Anthony Stazicker, che hanno qualche anno meno di lui. Ci sarà anche Alistair Carns, ministro per gli affari dei veterani del Regno Unito nel governo guidato da Keir Starmer. Un politico che non dovrebbe potersi allontanare per troppi giorni da Londra.
A maggio, il piccolo gruppo di inglesi dovrebbe testare il nuovo programma “Everest in una settimana”, appena messo sul mercato dall’agenzia austriaca Furtenbach Adventures al prezzo di 150.000 euro a testa. Simon Usborne, che ha scritto del progetto per il quotidiano londinese, non è però riuscito a sapere la cifra effettivamente pagata dalle “cavie” britanniche.
Lukas Furtenbach, guida alpina e titolare dell’agenzia, ha spiegato a Usborne che il materiale dei clienti arriverà in anticipo al campo-base, e che quando le previsioni meteo segnaleranno una finestra di bel tempo gli inglesi si imbarcheranno dall’aeroporto di Heathrow per Kathmandu. Una volta in Nepal, i clienti correranno in una clinica, e respireranno per 30 minuti una miscela a base di Xenon, un raro gas nobile utilizzato soprattutto come anestetico e combustibile per razzi.
Poi un elicottero li porterà al campo-base, dove insieme a un team dedicato di Sherpa inizieranno a salire verso l’alto. Non ci saranno rotazioni, né pericolosi andirivieni nella seraccata del Khumbu. Su dritti fino agli 8848 metri della cima, e poi giù fino al campo-base e a un nuovo elicottero con cui iniziare il ritorno verso casa.
E’ fondamentale dire, a questo punto, che Lukas Furtenbach non è un pazzo, ma un’apprezzata guida alpina, e uno dei pochissimi imprenditori europei che riescono a reggere il confronto, nel mondo delle spedizioni commerciali, con Seven Summit Treks, 8K Expeditions e le altre agenzie nepalesi che controllano gran parte del mercato.
Da molti anni, insieme ad altri operatori del settore, Furtenbach vende (a 104.000 euro a cliente) delle spedizioni “flach”, che puntano a completare l’andata e ritorno dalla cima dell’Everest in tre settimane. Il trucco sono le tende ipobariche in cui si dorme nei due mesi che precedono la partenza, e che consentono di simulare l’aria sottile delle altissime quote. Più recentemente, i clienti hanno iniziato a respirare “aria sottile” anche di giorno, mentre fanno ginnastica in palestra.
Simulare le condizioni dell’alta quota consente di far partire in anticipo la reazione del corpo all’ipossia, ovvero la mancanza di ossigeno, spingendo i reni a produrre più eritropoietina (EPO), un ormone che incrementa la produzione di globuli rossi, che trasportano ossigeno nel sangue.
E’ un sistema molto più veloce dell’acclimatazione tradizionale, che richiede almeno un mese prima di poter salire a 8000 metri, e che continua a esporre gli alpinisti al rischio di morire per un edema polmonare o cerebrale. A convincere Furtenbach dell’utilità dello Xenon è stato Michael Fries, un anestesista tedesco che lavora nell’ospedale di Limburg an der Lahn.
Secondo il dottore, piccole dosi di Xenon possono permettere ai reni di produrre molta più EPO delle tende ipobariche, e quindi di salire in quota molto più rapidamente e senza danni per l’organismo. Prima di proporlo ai clienti (nel 2024 ne ha portati 40 sull’Everest) Furtenbach ha fatto personalmente da cavia, inalando Xenon prima di salire sui 6959 metri dell’Aconcagua, nelle Ande.
Nel mondo del turismo avventuroso di lusso, di cui le spedizioni commerciali agli “ottomila” sono un segmento, i clienti hanno molti soldi e poco tempo, e la velocità è essenziale. Il tour-operator White Desert vende a 16.000 euro una gita in Antartide in giornata, con volo di andata e ritorno dal Sudafrica e tre ore di picnic con champagne sul ghiaccio.
In una settimana (e per 100.000 euro) l’agenzia consente di volare al Polo Sud. Dall’altra parte del mondo, viaggiatori ricchi e frettolosi raggiungono con voli privati la Norvegia quando è segnalata un’aurora boreale, e tornano a casa dopo poche ore. “Molti clienti che mi contattano rinunciano quando sanno che per l’Everest servono almeno tre settimane” dice Lukas Furtenbach al Financial Times.
Simon Usborne, e Angela Benavides che ha ripreso la notizia su ExplorersWeb, hanno chiesto l’opinione di un mito dell’alpinismo come Chris Bonington, e di guide specializzate in “ottomila” come Kenton Cool, che quest’anno tenterà di salire per la diciannovesima volta sull’Everest con un cliente, e come Adrian Ballinger della Alpenglow Expeditions, che usa da anni le tende ipobariche. Altri operatori, come la nepalese Seven Summits Treks, sembrano essere stati presi di sorpresa dalla novità che arriva da Innsbruck e Londra.
Le critiche del mondo dell’alpinismo, che guarda già con sospetto le spedizioni commerciali “normali”, non sembrano poter creare problemi per i nuovi sprinter dell’Everest. Altre due questioni, invece, potrebbero limitare l’utilizzo ad alta quota dello Xenon.
La prima è la sua scarsità, dato che il principale produttore di gas nobili è l’Ucraina, e la guerra scatenata nel febbraio 2022 dalla Russia ha drasticamente ridotto produzione ed esportazione. Quest’anno, ogni cliente di Furtenbach respirerà Xenon per un valore di 5.000 euro.
La seconda questione, ovviamente, è lo status dello Xenon secondo la WADA, la World Anti-Doping Agency, che nella primavera del 2014 lo ha inserito nell’elenco delle sostanze dopanti e proibite. Scoprire la sua presenza nell’organismo è comunque molto difficile, ma Lukas Furtenbach, dopo aver interpellato i suoi avvocati, usa argomenti diversi.
“Il nostro non è uno sport organizzato, tecnicamente nell’alpinismo non si può parlare di doping” risponde. “La discriminante è la sicurezza, e un’acclimatazione migliore rende una spedizione più sicura”. La scelta, oltre che nel portafoglio, sta nella coscienza di ognuno.
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