“No Recession no duration”: l’outlook 2025 di Axa IM
“Gli ultimi 24 mesi sono stati caratterizzati dall’effetto “sorpresa macro”. La narrazione degli operatori di mercato è passata attraverso le insidie della recessione – largamente attesa per il 2023 – per poi sfociare in uno scenario attuale che assomiglia più al no landing che a un meno precisato soft landing”. Alessandro Tentori, chief investment officer Europa... Leggi tutto
“Gli ultimi 24 mesi sono stati caratterizzati dall’effetto “sorpresa macro”. La narrazione degli operatori di mercato è passata attraverso le insidie della recessione – largamente attesa per il 2023 – per poi sfociare in uno scenario attuale che assomiglia più al no landing che a un meno precisato soft landing”. Alessandro Tentori, chief investment officer Europa di AXA IM, ha parlato di diversi argomenti nel corso della presentazione dell’outlook 2025, tracciando alcune linee dell’anno appena iniziato.
“Più precisamente, il consenso degli economisti prevedeva una crescita del Pil Usa di appena 0,3% per il 2023, anno in cui invece la crescita fu molto sostenuta (2,9%). Stessa storia nel 2024, con previsioni molto contenute a inizio anno (1,3%) e un risultato molto positivo al 31 dicembre (2,7%). Nel 2025 verrà a mancare questo effetto sorpresa – le stime di crescita sono già a 2.1% – ma l’economia americana rimane comunque solida e soprattutto con un tasso di crescita del Pil più veloce del cosiddetto potenziale”.
Tra i vari confronti Usa/Europa, si è parlato anche di inflazione: “Non mancherà una discussione animata sul profilo di inflazione, che ancora preoccupa sia gli investitori che i banchieri centrali. In particolare, è l’inflazione “sottostante” a presentare caratteristiche di persistenza che non si sposano con il concetto di stabilità dei prezzi. Non possiamo inoltre escludere ulteriori shock dalle materie prime. Attenzione quindi alle dinamiche del petrolio e dei beni alimentari” ha detto Tentori.
Un occhio di riguardo, secondo gli analisti, sarà destinato anche alle varie politiche monetarie: “In ottica futura teniamo quindi in considerazione non solo l’effetto della duration, del rischio di credito e di valuta, ma anche la traiettoria di politica monetaria. Quest’ultimo si è rivelato un fattore chiave nella costruzione di portafogli obbligazionari, in particolare durante il periodo di Quantitative Easing. Potrebbe rivelarsi nuovamente come fattore cruciale per la performance anche in un prossimo futuro, in uno scenario di divergenza tra la Bce e la Fed. Nelle nostre stime per il 2025, prevediamo un solo taglio da 25 punti base da parte di Powell & Co, mentre la Bce potrebbe dover abbassare il costo del denaro di altri 125 punti base”.
“A nostro avviso saranno due i motori di performance obbligazionaria nel 2025: la gestione relativamente contenuta della duration – con un profilo difensivo sulle obbligazioni americane e qualche spiraglio di ottimismo su quelle europee – e la gestione propensa ad assumersi il rischio di credito, anche high yield, soprattutto sul mercato americano, corroborata sia dall’analisi macro che da quella dei bilanci aziendali” ha continuato Tentori. “Sul lato azionario, rimaniamo affezionati della tematica dominante: la rivoluzione tecnologica dell’Intelligenza Artificiale. Comprensibilmente, non possiamo dire con certezza se questa nuova tecnologia ci accompagnerà anche nel medio-lungo periodo oppure se verrà rimpiazzata da qualcosa di innovativo. Abbiamo però due informazioni che aumentano il nostro livello di convinzione: gli investitori stanno scommettendo pesantemente su questa rivoluzione tecnologica e l’ultima rivoluzione a cui abbiamo assistito – quella del pc e di internet – ha aumentato significativamente la produttività e la crescita potenziale dell’economia Usa. Il risultato furono cinque anni tra il 1995 e il ’99 con performance di >20% sull’indice S&P500″.
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