La Ue è in ritardo su tutto ma può recuperare terreno | Lo scenario di Giovanni Notarnicola

Non c’è più tempo per l’Europa: è ora il momento per attivare le iniziative del Rapporto Draghi e definire il proprio posizionamento strategico rispetto a Stati Uniti e Cina. Sull’intelligenza artificiale il quadro è chiaro: il continente ha perso terreno, con il 90% dei modelli fondamentali sviluppati altrove. Nel settore aerospaziale l’Europa eccelle nella produzione […] L'articolo La Ue è in ritardo su tutto ma può recuperare terreno | Lo scenario di Giovanni Notarnicola proviene da Osservatorio Riparte l'Italia.

Jan 17, 2025 - 08:27
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La Ue è in ritardo su tutto ma può recuperare terreno | Lo scenario di Giovanni Notarnicola

Non c’è più tempo per l’Europa: è ora il momento per attivare le iniziative del Rapporto Draghi e definire il proprio posizionamento strategico rispetto a Stati Uniti e Cina.

Sull’intelligenza artificiale il quadro è chiaro: il continente ha perso terreno, con il 90% dei modelli fondamentali sviluppati altrove.

Nel settore aerospaziale l’Europa eccelle nella produzione di satelliti, ma dipende da SpaceX di Elon Musk per i lanci commerciali.

Progetti come Galileo dimostrano il potenziale, ma servono più risorse.

Sul quantum computing il continente ha solide basi pubbliche, come i supercomputer Leonardo di Bologna e Lumi in Finlandia, ma resta carente negli investimenti privati e nella capacità di integrare una filiera autonoma.

I data center invece offrono un margine di recupero, ma i costi energetici e il dominio delle big tech americane ne limitano la competitività.

Il costo dell’energia diventa un freno anche per tutte le tecnologie ad applicazione manifatturiera.

I prezzi dell’elettricità industriale in Europa sono da due a tre volte superiori rispetto a quelli di Stati Uniti e Cina, mentre il gas arriva a costare fino a cinque volte di più.

I costi elevati penalizzano molto settori strategici come l’automotive e i semiconduttori.

Una rete energetica condivisa potrebbe migliorare significativamente la sostenibilità e far recuperare competitività alle imprese, ma richiede una visione comune tra gli Stati membri.

I prodotti tecnologici al centro dell’agenda geopolitica globale sono appunto i semiconduttori.

In Europa il Chips Act punta a raddoppiare la quota di mercato dal 10% al 20% entro il 2030, con esempi positivi come la fabbrica di StMicroelectronics a Catania, dedicata al carburo di silicio utilizzato nell’automotive, per le batterie e nel settore energetico.

Tuttavia la Cina avanza con i primi prodotti a metà costo, e progetti come le fabbriche Intel e Wolfspeed in Germania sono al momento bloccati.

Quindi gli incentivi aiutano ma i costi operativi elevati e la burocrazia rischiano di rallentare.

L’Europa soffre di una frammentazione economica e finanziaria che ostacola la crescita di nuove aziende e favorisce la migrazione di unicorni verso gli Stati Uniti.

Questa fuga di talenti e capitali rende difficile per le imprese accedere a finanziamenti significativi senza ricorrere a venture capitalist stranieri.

L’Unione dei Mercati dei Capitali, proposta già nel 2015, rimane la soluzione più concreta per ridurre la dipendenza dal credito bancario e favorire una crescita sostenibile.

Per recuperare competitività sono necessari 800 miliardi di euro all’anno di investimenti europei secondo il Rapporto Draghi.

Questo include non solo infrastrutture energetiche e digitali, ma anche la formazione di una forza lavoro adeguata alle esigenze delle nuove tecnologie.

Circa un quarto delle aziende europee segnala difficoltà nel trovare dipendenti con le competenze necessarie, in particolare nei settori tecnologici avanzati.

La frammentazione normativa, infine, è l’ultima causa di rallentamento.

Per garantire il successo l’Europa deve armonizzare le sue politiche fiscali e regolatorie rimuovendo le barriere burocratiche che rallentano i progetti di investimento.

Solo un approccio integrato che affronti simultaneamente energia, finanza e politica industriale consentirà di recuperare terreno in settori strategici e dare all’Europa una nuova sovranità economica.

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