Intelligenza artificiale, etica e futuri possibili
Siamo nel pieno di una rivoluzione tecnologica epocale: quali scenari ci attendono e come le imprese possono beneficiarne appieno? Ne abbiamo parlato con Benedetta Giovanola, fra i massimi esperti mondiali della materia L'articolo Intelligenza artificiale, etica e futuri possibili proviene da Economy Magazine.
L’intelligenza artificiale sostituirà mai quella umana? E semmai ciò dovesse accadere in un più o meno lontano futuro, quali scenari si prospetterebbero? Ma soprattutto, rimanendo più vicini ai giorni nostri, cosa oggi le istituzioni sono chiamate a fare per garantire che il controllo del giocattolo non sfugga di mano, come più volte in passato già accaduto per altre grandi innovazioni tecnologiche? E, ancora, come, sotto il profilo lavorativo e strategico, le organizzazioni, e con esse le persone che al loro interno lavorano, possono beneficiare il più possibile dell’apporto dell’IA? Ne abbiamo parlato con una delle massime esperte della materia, Benedetta Giovanola, docente di Etica all’Università di Macerata e titolare della prima cattedra finanziata dall’Unione europea sull’etica dell’Intelligenza artificiale, Ethical Advisor di numerosi progetti internazionali, consulente per imprese ed enti pubblici ed esperta valutatrice per la Commissione Europea e chair di conferenze e workshop in tutto il mondo, oltre che autrice di centinaia di articoli di rilievo globale e di diversi libri, fra cui, ultimo in ordine di tempo, Giustizia sociale. Eguaglianza e rispetto nelle società diseguali.
Innanzitutto ci spieghi cos’è la cattedra di Etica per un’Europa digitale inclusiva, di cui è titolare, e cosa insegna nello specifico.
Attraverso questa cattedra ci occupiamo principalmente di individuare i valori e i principi etici alla base dell’intelligenza artificiale. È trasversale a tutte le fasi del ciclo di vita dei sistemi di IA, dalla fase di progettazione e design fino allo sviluppo e all’utilizzo.
Tramite il suo insegnamento si occupa anche di governance globale…
Sì, ci occupiamo anche di esplorare i principali modelli e strumenti di governance globale dell’IA. Questo avviene attraverso attività formative, di divulgazione e creazione di conoscenza che coinvolgono la società civile e forniscono indicazioni politiche per i decisori su come promuovere la consapevolezza dell’impatto etico dei sistemi di intelligenza artificiale.
Perché l’etica, parlando di intelligenza artificiale, è così importante?
L’etica è fondamentale sia nella progettazione che nello sviluppo e nell’utilizzo dei sistemi. Essa fornisce l’orientamento necessario, poiché i sistemi di intelligenza artificiale non sono mai neutrali e influenzano sempre le nostre vite e professioni, spesso orientandosi verso determinati valori, a volte inconsapevolmente. L’etica è essenziale per capire come progettare, utilizzare e indirizzare i sistemi di IA in modo che possano beneficiarne sia le singole persone che la collettività. L’etica ci guida nella definizione delle finalità e dei modi di sviluppo e utilizzo di questi sistemi, assicurandoci che siano veramente a beneficio delle persone.
Anche perché l’IA influenza sempre di più e sta plasmando, spesso anche inconsapevolmente, le nostre vite.
Sì, sta trasformando non solo il mondo del lavoro, ma anche la nostra quotidianità. Si potrebbe definire come un “agente invisibile”, dato che spesso utilizziamo sistemi di intelligenza artificiale senza nemmeno esserne consapevoli. Come ogni tecnologia, ha un impatto trasformativo sull’essere umano, e l’intelligenza artificiale non fa eccezione. Essa ha un potere trasformativo sul nostro comportamento e, forse ancor più, sul nostro pensiero. Per questo è fondamentale che sia sviluppata in modo positivo, affinché possa avere un impatto benefico e non dannoso.
Spesso assistiamo a “narrazioni estremiste” dell’intelligenza artificiale, fra coloro che ne osannano le opportunità e quelli che la vedono soltanto come un pericolo per il genere umano…
Nè una visione completamente positiva nè una completamente negativa rappresentano il giusto modo per approcciare un tema così complesso e sfaccettato. È cruciale riconoscere i potenziali rischi e anticiparli, prevenendo i danni potenziali, per evitare la mancanza di trasparenza o la discriminazione, e sfruttare così al massimo le opportunità offerte dalla tecnologia.
Quale la condizione affinché l’IA diventi una risorsa e non un problema all’interno delle imprese?
Nei contesti aziendali, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale dovrebbe essere guidato dall’orientamento e dal purpose dell’impresa, che è composto da vari fattori. Questo orienta le decisioni su come e se investire nell’IA, in base alle specificità delle diverse organizzazioni.
Quali possono essere i vantaggi concreti per le persone?
Un minimo comune denominatore è l’importanza di sviluppare sistemi di intelligenza artificiale che supportino le attività umane, liberando tempo ed energie per attività che richiedono creatività, empatia, capacità relazionali, flessibilità e resilienza, tutte qualità che sono essenzialmente umane e sempre più cruciali nei contesti aziendali.
IA e marketing in che rapporto stanno o dovrebbero stare?
L’intelligenza artificiale eticamente orientata può essere fondamentale nelle strategie di marketing e comunicazione, soprattutto per analizzare il comportamento dei consumatori e influenzare positivamente le loro preferenze, senza compromettere la loro autonomia.
Anche in questo specifico ambito l’etica è quanto mai importante…
Gli strumenti di intelligenza artificiale, analizzando grandi quantità di dati, possono aiutarci a comprendere i comportamenti dei consumatori e personalizzare le strategie di marketing. Tuttavia, ciò deve avvenire nel rispetto di principi etici fondamentali, come la trasparenza e la non discriminazione, garantendo che i dati siano rappresentativi di diverse abitudini e contesti socio-culturali.
A questo proposito lei ha più volte asserito che l’IA non è neutra come si può erroneamente pensare, ma può paradossalmente acuire gli stereotipi già esistenti.
Molti sistemi di intelligenza artificiale in passato hanno avuto effetti discriminatori, spesso a causa di bias tecnologici o della mancanza di rappresentatività dei dati. Tuttavia, il problema è complesso: una parte significativa dipende dai dati, che devono essere rappresentativi e considerare i contesti socio-culturali. Un’altra causa importante degli effetti discriminatori dipende dall’architettura algoritmica, dalle etichettature dei dati e dalle categorie create per gli utenti. Questo non è solo un problema tecnologico, ma anche una questione valoriale.
Attualmente uno dei problemi più importanti è la mancanza di una normativa specifica e univoca a livello globale. L’Europa, per esempio, ha il merito di essersi dotata di uno strumento normativo che regola la materia, ma altri Paesi molto importanti, Stati Uniti in primis, non l’hanno ancora fatto…
L’Europa ha deciso fin dal 2019 di sviluppare una propria visione su questo tema, sottolineando l’importanza di avere un’intelligenza artificiale affidabile, robusta non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche sociale, giuridico, valoriale ed etico. Sono stati così elaborati principi etici importanti per orientare il design e l’uso dei sistemi di IA che hanno portato alla regolamentazione in vigore dallo scorso agosto. Norme che impongono requisiti di trasparenza e verifica della conformità, in base al rischio attribuito ai sistemi di intelligenza artificiale, per garantirne l’adeguatezza prima del rilascio commerciale.
Domanda delle domande: l’intelligenza artificiale sostituirà mai quella umana?
L’intelligenza artificiale non sostituirà mai l’intelligenza umana. È importante riconoscere che, ad oggi, l’IA si occupa di compiti specifici, molto ristretti, e non può essere paragonata all’intelligenza umana. Piuttosto che fare un confronto, dovremmo concentrarci su come i sistemi di intelligenza artificiale possano supportare i processi decisionali umani. Invece di pensare a una logica di competizione tra intelligenza artificiale e intelligenza umana, dovremmo puntare su una logica di cooperazione, in cui l’IA non si comporta da antagonista, ma supporta il processo decisionale umano.
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