Grave errore della Scienza sulla Corrente del Golfo peggiora le prospettive del Clima
La Terra, coperta per circa il 71% da acque oceaniche, è profondamente influenzata dai movimenti delle correnti marine, che giocano un ruolo cruciale nella regolazione del clima globale. Tra queste, spicca l’Atlantic Meridional Overturning Circulation (AMOC), un sistema di correnti nell’Oceano Atlantico che distribuisce calore, umidità e nutrienti attraverso i mari del mondo, garantendo l’equilibrio […] Grave errore della Scienza sulla Corrente del Golfo peggiora le prospettive del Clima
La Terra, coperta per circa il 71% da acque oceaniche, è profondamente influenzata dai movimenti delle correnti marine, che giocano un ruolo cruciale nella regolazione del clima globale. Tra queste, spicca l’Atlantic Meridional Overturning Circulation (AMOC), un sistema di correnti nell’Oceano Atlantico che distribuisce calore, umidità e nutrienti attraverso i mari del mondo, garantendo l’equilibrio delle condizioni meteorologiche e climatiche.
La stabilità dell’AMOC e il ruolo delle correnti oceaniche nel clima
Il funzionamento dell’AMOC si basa su un complesso intreccio di forze, alimentate dai venti oceanici e dalle differenze di densità dell’acqua. Oltre a stabilire la circolazione globale, questo sistema influenza direttamente il meteo di vaste regioni, regolando temperature e precipitazioni. Tuttavia, i cambiamenti climatici e il riscaldamento atmosferico, uniti al crescente scioglimento delle calotte polari, hanno generato timori tra gli scienziati: la massiccia immissione di acqua dolce potrebbe destabilizzare l’AMOC, con conseguenze drammatiche.
Un eventuale rallentamento di questa corrente, o peggio un suo collasso, avrebbe effetti catastrofici su scala globale, alterando il meteo e il clima in modo irreversibile. Per capire meglio il destino di questo sistema vitale, un gruppo di studiosi della Woods Hole Oceanographic Institution (WHOI) ha deciso di analizzare il passato dell’AMOC, basandosi su dati raccolti negli ultimi 60 anni.
Nuovi dati mettono in discussione teorie precedenti
Secondo una recente ricerca pubblicata su Nature Communications, l’AMOC non ha subito rallentamenti significativi dalla metà del XX secolo. Gli scienziati Nicholas P. Foukal, Jens Terhaar e Linus Vogt hanno esaminato dati climatici di lungo periodo, utilizzando strumenti innovativi come i modelli del Coupled Model Intercomparison Project (CMIP) per ricostruire il comportamento della circolazione oceanica. I risultati suggeriscono che l’AMOC è più stabile di quanto si pensasse.
Studi precedenti, in particolare una ricerca del 2018, avevano indicato un indebolimento dell’AMOC negli ultimi 70 anni. Tuttavia, tali analisi si basavano su misurazioni della temperatura superficiale del mare, un parametro che, secondo gli autori del nuovo studio, non offre un quadro affidabile della dinamica delle correnti profonde. Jens Terhaar sottolinea come “le temperature superficiali non rappresentino un metodo efficace per valutare i cambiamenti nell’AMOC”.
Flussi di calore aria-mare: una nuova chiave di lettura
Per superare le incertezze delle precedenti metodologie, il team ha adottato un approccio diverso, concentrandosi sui flussi di calore aria-mare, ovvero lo scambio termico tra l’oceano e l’atmosfera. Questo parametro si è rivelato un indicatore più preciso della forza dell’AMOC: quando il sistema è più attivo, rilascia maggior calore nell’atmosfera sopra l’Atlantico settentrionale. Analizzando i dati dei flussi termici dal 1963 al 2017, i ricercatori hanno concluso che non si osserva un declino significativo dell’AMOC in questo periodo.
Gli studiosi hanno utilizzato due set di dati di rianalisi, combinando osservazioni dirette e modelli, per ricostruire la storia dell’AMOC. Nonostante alcune limitazioni, come la scarsità di misurazioni dirette per i periodi più remoti, i risultati sono chiari: “L’AMOC è più stabile di quanto si credesse, e un suo indebolimento negli ultimi decenni appare improbabile”, afferma Linus Vogt, tra gli autori dello studio.
Le prospettive future per il meteo e il clima
Sebbene il presente sembri rassicurante, gli esperti avvertono che il rallentamento dell’AMOC è previsto in futuro, in risposta all’intensificarsi dei cambiamenti climatici. Tuttavia, l’idea di un collasso imminente rimane oggetto di dibattito. “Non siamo ancora vicini a un punto di svolta”, afferma Foukal, “e questo offre un margine di tempo per intraprendere azioni concrete”.
Le implicazioni di un eventuale collasso dell’AMOC sarebbero devastanti: il clima globale subirebbe cambiamenti radicali, con impatti diretti sul meteo europeo, come inverni più rigidi, estati più secche e un aumento delle tempeste atlantiche. Anche i paesi tropicali e il continente africano soffrirebbero gravi conseguenze, con ondate di calore estreme e periodi di siccità prolungata.
Nuove metodologie per monitorare i cambiamenti climatici
La ricerca evidenzia l’importanza di affidarsi a metodi più precisi per monitorare il clima e prevedere il futuro dell’AMOC. I modelli CMIP e i dati di rianalisi rappresentano strumenti fondamentali per analizzare la complessità del sistema oceanico e migliorare le previsioni meteorologiche. Tuttavia, è essenziale continuare a raccogliere dati diretti sul campo, riducendo le incertezze e aumentando la comprensione dei processi che governano il clima terrestre.
In un momento in cui il meteo globale appare sempre più instabile, comprendere il comportamento delle grandi correnti oceaniche come l’AMOC diventa cruciale per affrontare le sfide climatiche future.
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