Energia, Trump dichiara "emergenza nazionale": tutti i primi atti

Tra i primi atti come 47° Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump ha dichiarato un'emergenza energetica nazionale, mantenendo una delle promesse fatte in campagna elettorale. La dichiarazione di emergenza ha come obiettivo quello di consentire alla sua amministrazione di accelerare il rilascio dei permessi per nuove infrastrutture per i combustibili fossili. In generale, Trump sta già agendo a favore della "vecchia" industria energetica, scatenando ulteriormente una produzione già fiorente. Ma non ancora abbastanza – pare – per gestire un aumento previsto della domanda dai data center.

Per Trump, sarebbe un peccato lasciare seppellito tutto quell'"oro" che petrolio e gas rappresentano. "Abbiamo qualcosa che nessun'altra nazione manifatturiera avrà mai, la più grande quantità di petrolio e gas di qualsiasi paese sulla Terra, e la useremo – lasciatemi usarla", sono state le sue parole durante il discorso inaugurale. "Saremo di nuovo una nazione ricca, ed è quell'oro liquido sotto i nostri piedi che ci aiuterà a farlo".

L'industria petrolifera e del gas ha devoluto più di 75 milioni di dollari a sostegno della campagna di Trump. Nel fondo per il suo insediamento è finito il denaro del gigante dell'energia Chevron, così come quello dei finanziatori dell'espansione petrolifera e del gas di Citibank. Per questo motivo, Greenpeace US è sul piede di guerra: "Gli ordini del primo giorno di Trump rivelano tutto ciò che dobbiamo sapere su dove risiedono le lealtà della sua amministrazione", ha affermato un portavoce. "Riflettono le priorità dei suoi principali donatori, non del pubblico americano".

CLICCA QUI PER CONTINUARE A LEGGERE