Dall’Italia al Giappone in Panda! Episodio 7: finalmente Oriente! Corea del Sud
22 agosto. Porto di Vladivostok. La Panda è stata consegnata alla dogana del porto quattro giorni prima e da allora non c’è stato più modo di vederla. Fabri e Salvo sono pronti ad imbarcarsi sul mitico traghetto che li porterà in Corea del Sud. Il grande momento è arrivato. I preparativi nell’ostello che li ha […]
22 agosto. Porto di Vladivostok. La Panda è stata consegnata alla dogana del porto quattro giorni prima e da allora non c’è stato più modo di vederla. Fabri e Salvo sono pronti ad imbarcarsi sul mitico traghetto che li porterà in Corea del Sud. Il grande momento è arrivato. I preparativi nell’ostello che li ha ospitati per 9 lunghi giorni sono meticolosi. C’è da organizzare al meglio il bagaglio, visto che tutto andrà portato in nave a mano, essendo la Panda completamente svuotata dai bagagli.
La dogana Coreana ha voluto un elenco di tutto il bagaglio trasportato, con foto, quantitativo e valore dei singoli oggetti. Questo per quantificare i dazi doganali di entrata. Viene fatta una grande selezione. La Corea non accetta tutto il materiale da campeggio ed i ricambi auto. A Vladivostok vengono regalati agli amici conosciuti in questo “soggiorno forzato” tenda, tavolino, sedie, materassini, fornello da campeggio, bombolette del gas, tutti i viveri rimasti e soprattutto i ricambi per la Panda portati dall’Italia.
In soccorso per portare i bagagli al porto arrivano Paolo e Sara, la coppia in viaggio con il gatto Sakè anche loro alla volta del Giappone. Al porto l’incontro con gli altri viaggiatori che condivideranno questo tratto di mare e non solo. Albert ed Emma, in moto dalla Spagna, Panagiotis, incredibile ragazzo greco-italiano che viaggia in solitaria in moto, e Renè, il ragazzo francese che continuerà la sua avventura improvvisando dopo la distruzione della sua vecchia Peugeot (vedi episodio 6).
Si sale a bordo. Vladivostok e la Russia vengono lasciate alle spalle. C’è emozione per tutti. È stata attraversata l’intera Asia per arrivare fin qua, ma il viaggio non è finito. Si prende posto nelle cuccette della economy class. In serata il mare si agita e la notte passa tra bambini che piangono, gente che sta male e odore di scarpe abbandonate nel corridoio. L’umore però resta alto e si condividono pranzi, cena e colazione tra gli unici occidentali a bordo. Il gruppo è unito e si passa il tempo a raccontare aneddoti e progetti futuri.
Dopo quasi 24 ore di navigazione si avvista terra. È la Corea del Sud. Un altro importantissimo passo viene compiuto. Si sbarca a Donghae e dopo le lunghe formalità doganali ci si saluta con Renè ed i ragazzi spagnoli e ci si mette in viaggio verso sud, destinazione Busan. Il panorama lungo la strada è affascinante. La costa della Corea del Sud che si affaccia sul Mar del Giappone è bellissima, con verdissime montagne che scendono verso il mare e piccole vallate che si aprono tra una catena di monti e l’altra. I piccoli paesi lungo la strada sono curatissimi, con tipiche costruzioni orientali. Ogni tanto qualche tempio. I paesi che si affacciano sul mare sono gioielli, con imbarcazioni per la pesca ormeggiate e negozi che vendono pesce.
In serata la Panda con Salvo e Fabri raggiungono Busan. La città è la seconda per popolazione della Corea, dopo Seul. Ma è anche un importante nodo commerciale. È infatti il terzo porto al mondo per quanto riguarda il volume di merci trattate. Entrare di notte a Busan è impressionante. La città è immensa, con grattacieli che sorgono uno sull’altro. Ponti incredibili gestiscono la viabilità tra le insenature del mare. Ma tutto sembra ordinato e perfetto.
Il mattino dopo c’è il modo di visitare questa città. Sono previsti 2 giorni di sosta qua, nell’attesa di confermare le procedure di prenotazione del prossimo traghetto, quello per il Giappone. Operazione per nulla semplice, vista la burocrazia complicata tra le due nazioni. Si risolve il problema anche grazie a Panagiotis, anche lui pronto per lo stesso traghetto.
Nel frattempo c’è tempo per visitare Busan, con i suoi parchi ordinati, le sue infrastrutture spesso dedicate alle esigenze famigliari, con servizi e aree di divertimento che sorgono all’interno di giardini pubblici pulitissimi. Ma a Busan c’è anche la storia da imparare o ripassare. Con un museo dedicato all’invasione giapponese e successiva liberazione da parte degli americani, con la spiegazione di quell’incredibile confine invisibile che separa in maniera così netta la Corea del Nord da quella del Sud.
Ci sono poi templi bellissimi da visitare. Ormai siamo in Oriente e se già in Mongolia si era rimasti affascinati dall’architettura dei grandi templi di Ulan Bator o da quelli più semplici che sorgono nelle più piccole città, qua si resta a bocca aperta di fronte alla bellezza dei templi più famosi. C’è tempo da dedicare per il Tempio Haedong Yonggungsa, che si affaccia sul mare, con le sue scalinate e le sue sale votive. E poi su per le montagne alle spalle di Busan, per visitare il Tempio Beomeosa. Stupendo, incredibilmente immerso nel verde dove Fabri e Salvo riescono per poche ore a fuggire dal caldo torrido e dall’umidità assurda che investe nel mese di agosto la Corea del Sud.
C’è anche il tempo per visitare i bagni pubblici di Busan, con le vasche termali ed i percorsi benessere. Una vera tradizione per i Coreani, ma che poi verrà ritrovata anche in Giappone. La Corea del Sud continua a riservare piacevoli sorprese, anche per quanto riguarda il cibo, ottimo, e la cordialità e disponibilità delle persone.
Si fanno i primi incontri con turisti italiani, dopo oltre un mese e mezzo di viaggio. I nostri connazionali restano increduli quando vengono a conoscenza che una Panda, partita dall’Italia, è arrivata fino a qua. E ormai, sul cofano della piccola utilitaria, ci si spreca a raccontare le mille avventure vissute per arrivare fino a qui.
Ultimo pomeriggio a Busan e poi via al porto per l’imbarco più importante di tutto il viaggio. Affrontare tratti di mare durante un lungo viaggio fa subito venire in mente le grandi avventure. Ci siamo. Il porto modernissimo di Busan accoglie i Panduma e la Panda, pronta ad entrare nella pancia della grossa nave che nel corso di una notte intera di navigazione approderà, finalmente ed incredibilmente, in Giappone.
Nella prossima puntata: “CE L’ABBIAMO FATTA! SIAMO IN GIAPPONE”
Credito fotografico ©Fabrizio Carrubba
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