L’indicatore scende fino al 18%: effetto a cascata sui bonus
Isee più basso del 18% con 50mila euro investiti in titoli di Stato. È questo l’impatto dell’esclusione del risparmio garantito dal meccanismo di calcolo dell’indicatore della situazione economica equivalente di una famiglia tipo (due genitori, due figli, un reddito da lavoro dipendente, abitazione di proprietà e 70mila euro di patrimonio mobiliare). Le simulazioni realizzate per […] L'articolo L’indicatore scende fino al 18%: effetto a cascata sui bonus proviene da Iusletter.
Isee più basso del 18% con 50mila euro investiti in titoli di Stato. È questo l’impatto dell’esclusione del risparmio garantito dal meccanismo di calcolo dell’indicatore della situazione economica equivalente di una famiglia tipo (due genitori, due figli, un reddito da lavoro dipendente, abitazione di proprietà e 70mila euro di patrimonio mobiliare).
Le simulazioni realizzate per Il Sole 24 Ore del Lunedì dal Caf Acli aiutano a capire in concreto cosa cambierà con il nuovo Isee “senza titoli di Stato”, una volta entrato in vigore il Dpcm attuativo firmato ieri dal Presidente del Consiglio.
Nell’esempio preso in esame, si parte da un Isee attuale pari a 22.876 euro, ipotizzando che finora neanche un euro sia stato investito in prodotti di raccolta garantiti. Come previsto dal regolamento Isee, alla situazione reddituale e patrimoniale attuale è stata applicata una scala di equivalenza pari a 2,46 (stabilita in base al numero dei componenti del nucleo familiare) e i 70mila euro di patrimonio mobiliare incidono per il 20% sul calcolo dell’indicatore.
A questo punto, per capire l’impatto del nuovo Dpcm, è possibile simulare alcune ipotesi. Se 5mila euro, di questi 70mila, venissero investiti in titoli di Stato o in prodotti postali garantiti, l’impatto sull’Isee sarebbe limitato: l’indicatore scenderebbe di 407 euro (-1,8%). Se invece fossero 15mila i risparmi investiti, l’Isee scenderebbe del 5,3%; in caso di 30mila euro investiti, poi, il taglio sarebbe del 10,7%; fino ad una flessione massima dell’indicatore del 17,8% (-4.065 euro), nel caso in cui fino a 50mila euro di risparmi venissero riallocati in titoli di Stato, pari alla quota massima che – per legge – è possibile escludere dal meccanismo di calcolo.
È facile comprendere, dunque, l’impatto “a cascata” che potrebbe avere il nuovo meccanismo di calcolo. Le famiglie interessate con un indicatore più basso potrebbero avere accesso a rette scolastiche o universitarie inferiori, ad un assegno unico per i figli di importo maggiore, oppure potrebbero ritrovarsi beneficiarie di prestazioni a cui – altrimenti – non avevano accesso perché oltre le soglie Isee indicate. Al pari di altre famiglie che, invece, quegli importi investiti non li possiedono.
Tralasciando le valutazioni legate all’impatto sociale della norma, questo potrebbe tradursi in un maggiore esborso per chi eroga le prestazioni sociali oppure in minori entrate per enti locali che si affidano all’Isee per modulare le tariffe.
Per poter far fronte alla revisione degli Isee, la norma istitutiva (cioè la legge di Bilancio 213/2023) ha incrementato di 44 milioni di euro annui l’onere finanziario stimato per l’assegno unico universale per i figli a carico, i cui importi spettanti sono definiti appunto in base all’indicatore. Inoltre, nella relazione tecnica si ricorda che gli enti che disciplinano l’erogazione delle prestazioni sociali, agevolate in base a determinati livelli Isee, potranno adottare provvedimenti – anche normativi – necessari per il rispetto degli equilibri di bilancio programmati. In pratica, andando a rivedere le soglie Isee. Bisognerà, dunque, tenere sotto controllo nei prossimi mesi eventuali delibere che vanno in questa direzione.
Nel frattempo, è necessario aspettare le istruzioni tecniche dell’Inps per capire a partire da quando, effettivamente, l’istituto potrà iniziare ad elaborare gli Isee 2025 secondo le nuove modalità di calcolo. Sicuramente, tutte le pratiche ottenute prima di quella data (1,3 milioni quelle a oggi già elaborate dal 1° gennaio), andranno aggiornate per poter escludere gli importi detenuti in titoli di Stato al 31 dicembre 2023. E a quanto si apprende, i nuclei familiari interessati dovranno inviare una seconda Dsu (dichiarazione sostitutiva unica), per richiederlo.
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