Alto Adige: nel cuore del Parco Naturale Monte Corno
Quando il sole si alza dai boschi della Val di Fiemme, Hartmann Varesco è già tra le piante del suo orto biodinamico, vicino al maso dove vive con la moglie, Sara Trani. Una pietra sulla facciata dell’edificio rivela la data di costruzione, il 1772. Attorno, strette le une alle altre, le piccole case della frazione L'articolo Alto Adige: nel cuore del Parco Naturale Monte Corno sembra essere il primo su Dove Viaggi.
Quando il sole si alza dai boschi della Val di Fiemme, Hartmann Varesco è già tra le piante del suo orto biodinamico, vicino al maso dove vive con la moglie, Sara Trani. Una pietra sulla facciata dell’edificio rivela la data di costruzione, il 1772. Attorno, strette le une alle altre, le piccole case della frazione di Guggal segnano la fine dell’abitato di Anterivo, tra i prati assolati sul confine tra le province di Bolzano e Trento.
Nel giro mattutino di Hartmann non possono mancare la visita alla vigna e quella al campo di lupini, una distesa di fiori indaco circondati da erbe selvatiche. Insieme a patate, cavoli cappucci, erbe e piante officinali, questa varietà di lupino, che cresce solo qui, è presente da sempre negli orti dei contadini di Anterivo e un tempo permetteva loro di realizzare un piccolo guadagno extra. I semi infatti, raccolti in luglio e in agosto, venivano messi a essiccare al sole, poi tostati e macinati fino a formare una polvere dal profumo di nocciola e cacao: il cosiddetto “caffè di Anterivo”.
Una tradizione quasi scomparsa che negli ultimi anni è rinata grazie ad Hartmann Varesco e ad altri quattro coltivatori del paese che, salvando questa leguminosa, l’hanno anche fatta diventare presidio Slow Food. Oggi, oltre all’infuso, con i semi di lupino si realizzano cioccolato, birra, grappe e formaggi. Piccole eccellenze del territorio che impreziosiscono i piatti di Kürbishof, la locanda tradizionale che la coppia Varesco-Trani ha aperto nel 2006 e che oggi gestisce insieme ai figli Angelika e Mathias.
La cura nella selezione delle materie prime e il genio creativo che madre e figlio sanno esprimere dietro i fornelli l’hanno fatta diventare uno dei luoghi imperdibili della regione: pochissimi tavoli, due stube con stufa di maiolica e camino, una cantina a volte dove vengono custoditi i migliori vini della zona. E, a rendere indimenticabile l’esperienza, una vista impagabile sulla Val di Cembra e sulla montagna che domina Anterivo, il Monte Corno.
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Il Parco Naturale Monte Corno
Ricoperta di boschi e dal profilo morbido, non è un’altura particolarmente elevata e la sua cima, a dispetto del nome, non è poi così prominente. Ciò nonostante ha dato il nome a una delle aree protette più affascinanti e meno note di tutto l’Alto Adige, il Parco Naturale Monte Corno. Sorto sui territori di Anterivo, Egna, Montagna, Salorno e Trodena, vanta la flora e la fauna più ricche di specie tra le riserve del Sud Tirolo. Il motivo? “La varietà di habitat che l’accentuato dislivello altimetrico genera in pochi ettari”, spiega Lukas Varesco, guida di media montagna e promotore del territorio. “Si passa dal clima dei 300 metri di Egna a quello dei 1.700 metri delle cime”.
Lukas Varesco ama raccontare la terra in cui è cresciuto (e dove è tornato per mettere su famiglia, dopo studi fuori regione) come una delle più incontaminate e genuine dell’Alto Adige. E non ha tutti i torti: a poche curve dai più famosi passi dolomitici, qui le attività agricole, lo sviluppo edilizio e il turismo formano un insieme ancora armonico.
Il sentiero Schwarz-Weiss nella Bassa Atesina
Niente file interminabili, overtourism e caccia al selfie perfetto. “Soprattutto – spiega – è ancora fortissimo il senso di comunità”. Una comunità che ha scelto vie sostenibili per farsi conoscere e aprirsi al visitatore. L’ultima, appena nata, ha visto proprio Varesco tra gli ideatori: “Volevamo dare l’opportunità ai viaggiatori di percorrere quest’area in modo lento, libero e autentico. Così abbiamo creato il primo itinerario escursionistico di lunga percorrenza della Bassa Atesina, il sentiero Schwarz-Weiss”.
Il nome (nero-bianco, in tedesco) non vuole solo attirare l’attenzione sui contrasti tra lingue, rocce, zone vallive e montane, ambienti alpini e mediterranei di questo territorio. È anche un richiamo diretto alle sue vette iconiche, il Corno Nero e il Corno Bianco, molto vicini tra loro, ma separati da una frattura geologica nota come “linea di Trodena”.
Uno è composto da porfido scuro, l’altro da dolomia più chiara. Il trail li unisce con un percorso di 80 chilometri diviso in sei frazioni, tra piccoli borghi, boschi, soste in malga e degustazioni in cantina.
“I singoli tratti possono essere percorsi sia in direzione del Corno Bianco (itinerario bianco) sia del Corno Nero (itinerario nero); è un tracciato ad anello che lascia il camminatore completamente libero di decidere da dove partire e come combinare le tappe. È previsto che ognuna termini in un centro abitato, così da trovare comodamente alloggio nelle strutture convenzionate”, conclude Lukas Varesco. E magari ricavarsi il tempo per scoprire i dintorni e permettersi incontri speciali.
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I nuovi agricoltori
Come quello con Alex Dadò, che ad appena 23 anni è uno dei contadini più conosciuti della valle. Dopo il diploma in agraria ha avuto in regalo dal padre un maso abbandonato, il Pigleider, all’ingresso di Aldino. Un tempo era un albergo e ristorante, oggi è diventato il luogo dove Dadò sta realizzando il suo sogno. Vive da solo, si scalda con una vecchia stufa a legna e al mattino presto, in jeans e maglietta, è già nei campi dove mette in pratica la coltivazione rigenerativa e biointensiva nello spirito della permacultura.
“Significa migliorare il più possibile lo spazio che coltivo e lavorare in armonia con la natura”, spiega Dadò. Una filosofia appresa dopo la scuola, divorando libri e imparando da video sul web. Ora è lui che diffonde sui social le sue pratiche: è uno dei farmfluencer sudtirolesi, la rete di agricoltori che ha l’obiettivo di dare un nuovo significato al concetto di vicinanza, sia geografica sia ideale, sostenendo una vera e propria trasformazione eco-sociale e preservando le piccole aziende.
“Quando vado nei mercati a vendere i prodotti, molti mi riconoscono e mi chiedono consigli”, racconta Dadò mentre cammina nel suo campo di segale. E sempre più persone, compresi i ristoratori della zona, lo raggiungono in fattoria per fare scorta di uova e verdure fresche.
A pochi passi dal maso di Dadò, ecco un’altra storia che unisce imprenditoria giovane e ben riuscita con il desiderio di non andarsene dai propri luoghi: è quella di Andreas Kalser e Josef Obkircher, amici uniti dall’idea (forse ardita) di rifornire ristoranti e buongustai locali di funghi freschi tutto l’anno. È così che nel fienile del maso Hof im Thal, adattato con celle a temperatura controllata, è nata Kirnig (vigoroso, in dialetto locale), la loro azienda di funghi bio coltivati nel pieno rispetto della natura e con il minor impatto ecologico possibile. La prima in tutto l’Alto Adige.
All’ombra di tigli secolari, in un paesaggio reso ancora più suggestivo dal tetto a scandole di una piccola chiesa, Andreas e Josef impiegano 13 settimane per portare a maturazione i funghi delle varietà Shiitake, cardoncello e Pleurotus. “Siamo partiti solo con l’idea di provare, mentre oggi abbiamo clienti in tutta Italia e anche all’estero”, conclude orgoglioso Obkircher.
Anche Sepp Perwanger non era certo dei risultati che avrebbe ottenuto quando pensò di dare vita alla cantina più alta d’Europa, a 1.560 metri di quota, tra le mura del maso di famiglia. Zirmerhof è una splendida residenza rurale del XII secolo che i Perwanger, oltre cent’anni fa, trasformarono in albergo.
Oggi Sepp prosegue la tradizione gestendo una delle strutture più eleganti della zona, ma ha voluto anche scommettere sul fatto che il vino di famiglia, nato dalle uve cresciute a Montagna, centinaia di metri più in basso, potesse riposare meglio tra i cirmoli e i larici di Redagno. Così, con il marchio Radoin 1560, offre agli ospiti del suo albergo, nella grande sala affrescata del ristorante, uno dei Pinot noir più apprezzati.
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La Gola del Bletterbach
Dalla tenuta dello Zirmerhof partono i sentieri su cui già un secolo fa camminavano i primi ospiti del maso. Uno in particolare fu aperto dal padre di Sepp per raggiungere un luogo all’epoca ancora poco battuto, un canyon scavato nelle rocce calcaree del Corno Bianco. Josef Perwanger scoprì che quella forra nascondeva un perfetto spaccato delle stratificazioni geologiche che nei millenni hanno dato vita al paesaggio dolomitico.
Trovò fossili e orme di sauri (uno porta addirittura il suo nome) e condusse qui i primi geologi professionisti per ricerche e studi più approfonditi. Oggi la gola del Bletterbach è patrimonio Unesco e il suo Geoparc è visitato da oltre 50 mila persone all’anno.
Nel punto più profondo, dove si arriva muniti di casco fino a camminare tra i ciottoli del torrente, la gola raggiunge i 400 metri. Davanti agli occhi le pareti di porfido più scuro – testimonianza dell’attività vulcanica di 280 milioni di anni fa – sono sormontate dai fasci rossastri di arenaria e di argilla che raccontano dell’avanzata e del successivo ritiro del grande mare tropicale che un tempo ricopriva il Nord Italia.
Nell’aria il profumo minerale si unisce a quello del sottobosco, mentre le orecchie si riempiono del fragore che l’acqua produce formando salti e cascate. La più scenografica è più o meno a metà della gola, dove l’ansa del torrente ha creato un vero e proprio anfiteatro di rocce che sembrano danzare tra ondulazioni, stratificazioni e fratture.
Werner Putzer, una delle guide che conducono fin qui i visitatori, indica una lastra di pietra con impresse le orme di rettili preistorici. Più in là, tra strati di gesso e dolomia, fossili di gasteropodi. “Queste pareti sono uno dei migliori trattati di geologia e paleontologia che siano mai stati scritti, bastano poche ore per imparare moltissimo su come è nata la nostra regione”, afferma Putzer, che dopo gli studi in economia si è lasciato stregare da queste pietre.
Lo spettacolo continua anche sui sentieri che costeggiano il bordo del canyon e conducono fino alla cima del Corno Bianco: le chiazze erbose tra gli abeti rossi sono balconi affacciati sull’enorme voragine che si è aperta nella montagna e che, vista dall’alto, appare in tutta la sua sublime drammaticità. I campanacci delle vacche al pascolo riempiono con ritmo regolare un silenzio maestoso, colonna sonora di uno spettacolo che, a guardar bene, è molto più di un panorama. È il manifestarsi all’unisono del tempo sommerso e di quello visibile.
Come arrivare
In auto: con l’autostrada A22 , direzione Brennero, fino all’uscita Egna-Ora. Poi si risale lungo la SS48 verso le diramazioni per i vari comuni del Parco Naturale Monte Corno.
Dove dormire
1 Zirmerhof
Maso agricolo del XII secolo trasformato in un’oasi di relax a 1.560 metri di altitudine. Piscina con vista panoramica, il centro benessere e la splendida sala ristorante dove vengono servite i piatti creati dalla cuoca di famiglia, Hanna Perwanger. Sui prati davanti all’edificio principale sono da poco nate le suite ideate e arredate dal designer Michele De Lucchi con il legno degli alberi abbattuti dalla tempesta Vaia, che ha colpito l’intera zona nel 2018.
Indirizzo: Oberradein 59, Redagno (Bz) Tel. 0471.88.72.15 Web: zirmerhof.com Prezzi: doppia in mezza pensione da 320 a 700 €
2 Naturhotel Waldheim
Ai margini del bosco, struttura tradizionale rinnovata di recente con piscina coperta, sauna, bagno turco e solarium. Le camere Alpine Relax offrono ciascuna una piccola Spa privata con una cabina scaldata a infrarossi in legno di pino cembro.
Indirizzo: via Gottschalk 5, Anterivo (Bz) Tel. 0471.88.20.24 Web: naturhotel-waldheim.com Prezzi: doppia b&b da 145 a 250 €
3 Manna Resort
Lussuoso rifugio di montagna immerso nella natura, offre un’esperienza esclusiva di relax e benessere. Spa, ristorante gourmet, design ispirato a culture internazionali. Gli chalet in legno hanno tutti sauna privata, vasca da bagno, caminetto e si affacciano direttamente sulla biopiscina.
Indirizzo: vicolo Klamm 3, Montagna (Bz) Tel. 0471.14.30.095 Web: mannaresort.it Prezzi: doppia b&b da 440 a 1.200 €
4 Hotel Trudnerhof
Atmosfera familiare, camere accoglienti con arredi semplici e curati, cucina tradizionale altoatesina e una piccola area benessere.
Indirizzo: piazza chiesa S. Biagio 7, Trodena nel Parco Naturale (Bz) Tel. 0471.86.92.52 Web: trudnerhof.com Prezzi: doppia b&b da 140 a 190 €
Dove mangiare
5 Kürbishof
Gestito con cura e passione dalla famiglia Varisco. Il giovane chef Mathias propone un menu innovativo in cui spiccano antipasti come la trota marinata con centrifuga di mela verde ed erbe o primi come il risotto mantecato agli aghi di larice, salsiccia di fegato e rognone con salsa ai porcini. La madre Sara, invece, punta sulla tradizione, proponendo canederli alla rapa rossa o polpette di manzo con polenta integrale.
Indirizzo: frazione Guggal 23, Anterivo (Bz) Tel. 0471.88.21.40 Web: kuerbishof.it Prezzo medio: 60 €
6 Lahneralm
Vivace malga all’interno del Geoparc Bletterbach, perfetta per chiudere l’escursione con un pranzo a base di manzo all’argo, gulasch, cotoletta alla viennese e i tradizionali canederli. Per dessert, provare il classico Kaiserschmarrn, la frittata dolce tipica tirolese.
Indirizzo: Lerch 39, Aldino (Bz) Tel. 0471.88.67.78 Web: lahner-alm.com Prezzo medio: 30 €
7 Fichtenhof
Osteria Slow Food guidata dalla cuoca Ingrid Pardatscher che propone con regolarità maltagliati fatti in casa, Schlutzer (ravioli tirolesi) ripieni di ricotta, gulasch di cervo e formaggio grigio proveniente dalla Valle Aurina.
Indirizzo: Cauria 23, Salorno (Bz) Tel. 0471.88.90.28 Web: fichtenhof.it Prezzo medio: 40 €
8 IsiHütte
In splendida posizione, a poca distanza dal Passo Olcini, la terrazza panoramica di questa malga guarda la cima del Corno Nero. L’ambiente ha tutto il calore dello stile alpino, ottima la cucina con specialità tirolesi. Provare i primi a base di funghi.
Indirizzo: Oclini 11, Redagno (Bz) Tel. 348.81.08.694 Web: isi.st Prezzo medio: 30 €
9 Malga Cislon
Nel cuore del Parco Naturale Monte Corno, la si raggiunge con una facile camminata, adatta anche ai bambini, dal centro di Trodena (un’ora e 15 minuti circa, 340 metri di dislivello). Si trova su un pascolo soleggiato e abbellito da uno stagno. Ai tavoli si servono canederli, spätzle e ottimi strudel.
Indirizzo: Trodena nel Parco Naturale (Bz) Tel. 0471.18.89.832 Prezzo medio: 25 €
Cosa comprare
10 Kirnig
Funghi pregiati e freschi tutto l’anno. Oltre ai Pleurotus e ai cardoncelli, da provare la varietà Shiitake, originaria della Cina e del Giappone e dal profumo particolarmente aromatico.
Indirizzo: via Thal 10, Aldino (Bz) Tel. 333.72.39.195 Web: kirnig.com
11 Azienda agricola biologica Pigleider
Frutta e verdura di stagione, uova biologiche e molti altri prodotti coltivati dal farmfluencer Alex Dadò secondo i metodi della permacultura.
Indirizzo: via Wildeich 36, Aldino (Bz) Tel. 366.71.97.692
12 Eggerhof
Il cuoco Erich Gruber produce pasta all’uovo aromatizzata nei modi più vari: dal pino mugo all’aglio orsino, passando per l’ortica, lo speck, il vino locale (Teroldego) e la birra. Coloranti e additivi non vengono utilizzati.
Indirizzo: zona artigianale 3, Aldino (Bz) Tel. 0471.88.60.39 Web: eggerhof.it
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